coltivazione

Domande frequenti sulle piante succulente

FAQ: le piante succulente

Molto spesso le persone che iniziano a coltivare questo tipo di piante hanno poche nozioni corrette e pensano erroneamente che esse provengano tutte da deserti… quindi sono piante che vanno poste in pieno sole, innaffiandole pochissimo se non quasi mai.
Se trattiamo però le nostre piante succulente in questo modo, possiamo dire che non vivranno a lungo nonostante non siano affatto piante difficili da coltivare… ma con un po’ di buon senso e qualche consiglio utile, queste piante riusciranno a diventare grandi e regalarci delle bellissime fioriture.

Esistono molti libri sulla coltivazione delle cactacee e più in generale delle piante grasse ma, personalmente ritengo che nell’era di Internet (e con questo intendo forum, blog ecc.) sia molto facile trovare tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno… per cui armatevi di pazienza 🙂

…intanto vi possono essere utili queste domande frequenti:

1. Le piante succulente hanno bisogno di caldo e sole diretto?

Hoya è un genere di piante della famiglia delle Asclepiadaceae, comprendente circa 200 specie differenti, diffuse nel sud est dell'Asia, in Australia ed in Polinesia. Per la gran parte sono rampicanti, ma alcune si presentano con l'aspetto di arbusti, altre sono striscianti.
Hoya kerrii

Molte piante hanno bisogno di luce ma non diretta, almeno durante le calde giornate estive, o addirittura di ombra… e questo discorso vale anche per le piante succulente in quanto hanno differenti necessità a seconda della provenienza (habitat della pianta) e anche della grandezza.
Una pianta adulta infatti resisterà al caldo e alla siccità meglio di una pianta giovane o di un semenzale.
Per essere sicuri delle necessità luminose delle piante è necessario conoscere la provenienza delle piante, o consultare un libro che riporti tali dati (ad esempio l’Enciclopedia delle Cactacee della Zanichelli).

2. Qual’è il substrato ideale?

Questa è una domandona da 1 milione di dollari!
Spesso per scegliere il terriccio ideale bisogna tener conto sia della specie della pianta (e quindi andare a guardare qual’è il suo habitat naturale) ma anche sapere dove verrà cresciuta la pianta stessa… coltivare una pianta grassa all’aperto nel Nord Italia non è sicuramente la stessa cosa che coltivarla nel profondo Sud, no?

Un buon substrato di partenza potrebbe essere quello formato da “terriccio per cactacee” (in vendita presso qualsiasi vivai specializzato ma anche nei centri commerciali forniti) con l’aggiunta di materiale inerte come lapillo, pomice, pozzolana… limiterei l’uso dell’argilla espansa al fondo del vaso per il drenaggio dell’acqua delle innaffiature in eccesso.

Ovviamente questo è un discorso generale… tenete conto che ci sono alcune specie (come l’aztekium) che in natura crescono in terreni gessosi.

3. Qual’è la frequenza e la quantità giusta delle annaffiature? 

La fioritura delle piante grasse è il frutto di un'ottima coltivazione. Ci permette anche di impollinare la pianta con altre sue simili o di specie diverse per creare ibridi intergenere.Il marciume, derivante dalle annaffiature eccessive, sono la prima causa di morte delle piante succulente.
Si può però incorrere facilmente anche nell’errore opposto, cioè nel dubbio se annaffiare o meno, si tende ad annaffiare meno del dovuto per lungo tempo fino a far seccare del tutto la pianta.

Le annaffiature durante il periodo vegetativo devono essere abbondanti ma diradate. Il terriccio deve bagnarsi completamente ma non deve rimanere bagnato per giorni e deve asciugare completamente prima della prossima annaffiatura… ed è per questo motivo che si utilizzano i materiali inerti che favoriscono il drenaggio dell’acqua in eccesso.

4. Quali vasi sono più adatti per la coltivazione?

Personalmente non credo che in assoluto ci sia una tipologia di vasi più adatta di altre alla coltivazione delle piante grasse.
La scelta secondo me, dipende dallo spazio che si ha a disposizione, dalla frequenza con cui si effettuano i rinvasi, dalla grandezza delle piante, dai soldi che si vogliono spendere 🙂 …l’unica scelta supportata da una motivazione scientifica è quella di usare vasi alti, cioè più alti che larghi, per tutte quelle specie di cactacee (come per esempio gli ariocarpus) che hanno una radice fittonante che tende ad andare giù.

Nella mia collezione ormai uso da anni, vasi di plastica neri quadrati.
Ho infatti abbandonato da tempo i vasi rotondi perché occupano molto più spazio e quelli di terracotta perché li ritengo più scomodi nel caso dei rinvasi (pensate alle piante con un apparato radicale molto sviluppato).
Ovviamente sia i vasi di plastica che quelli di terracotta hanno i propri vantaggi e svantaggi… sta un po’ voi valutare quali siamo migliori per il vostro caso e per il tempo e lo spazio che potete dedicare alla coltivazione delle vostre amate piante succulente.

5. Arriva l’inverno… dove metto le mie piante grasse?

L’inverno per molte piante è la stagione peggiore.
Le nostre piante non hanno la fortuna di vivere in habitat (o hanno la fortuna di vivere con noi… dipende dai punti di vista) e perciò, secondo me, dovrebbero essere riparate durante l’inverno.

Badate bene che il freddo invernale non è il principale nemico delle piante grasse, ma soprattutto l’umidità o le piogge invernali associate alle basse temperature.
La soluzione adatta è quella di metterle a riparo in una serra ma, in mancanza, possiamo sistemarle (come ho fatto io quest’anno) su degli scaffali che ricopriremo con un telone trasparente di plastica.
In quest’ultimo caso, il mio consiglio è quello di aprire comunque il telone durante le giornate invernali soleggiate o durante le ore più calde in modo da evitare la formazione di condensa e quindi mantenere sotto controllo l’umidità negli scaffali.

6. Posso mettere nello stesso vaso piante di specie differenti?

La propagazione delle piante succulente è una tecnica utile per riprodurre le cactacee e propagare i polloni.Come dissero i latini: “De gustibus non disputandum est” …ma che schifo! …volete veramente fare una banale composizione di cactus come quelle orrende che si vedono nei supermercati? …no, vero?

Scherzi a parte… io preferisco non mettere piante di specie differenti nello stesso vaso (a maggior ragione cactacee con succulente) perché hanno esigenze diverse: ciclo vegetativo, acqua, illuminazione, terriccio, spazio per le radici ecc..

Molto meglio quindi mettere le piante in vasetti singoli, eventualmente raggruppando solo le piante identiche.

7. Come etichettare le nostre piante?

Tralasciando la sintassi da adottare per la nomenclatura che rispetta regole ben precise, mi limito solo a rispondere su che tipo di etichette utilizzare per le piante grasse e succulente.

Personalmente uso etichette di plastica colorate (acquistabili nei vivai specializzati, centri commerciali ben forniti o meglio ancora su ebay) su cui vado a scrivere con una matita.
Infatti, dopo diversi anni di scrittura mediante pennarelli di ogni tipo (scritta che scompariva o si sbiadiva puntualmente) ho notato che le scritte con la grafite della matita durano molto più a lungo!

Per ora è tutto… spero che le mie risposte vi abbiano tolto qualche dubbio e, se vi hanno invece incuriosito, scrivetemi pure e fatemi tutte le domande che volete… vi aspetto!

Buona coltivazione! 🙂

guide

Aiuto! …parassiti e malattie

Come combattere parassiti e malattie delle nostre amate piante grasse

Anche le piante grasse, come tutte le altre piante, sono suscettibili di attacchi di parassiti e malattie (funghi, marciumi ecc.).
I parassiti con i quali mi sono imbattuto più frequentemente, nei miei anni di coltivazione, sono il ragnetto rosso, la cocciniglia e gli afidi.

Il ragnetto rosso è uno dei parassiti delle piante succulenti.
Il ragnetto rosso

Il ragnetto rosso è un piccolissimo acaro fitofago che trova le condizioni ideali di sviluppo in ambienti eccessivamente caldi e secchi. Può essere causa della perdita di colore delle foglie che tenderanno prima ad ingiallire e poi a seccare. L’azione parassitaria del ragnetto rosso si manifesta con punteggiature e scolorimenti, che possono anche non esere limitati e diffusi su tutta la pianta, e possono conferire un aspetto “bronzato” a foglie e fusti e, nel caso di forti infestazioni, rallentare o bloccare la vegetazione. Le parti colpite possono inoltre andare incontro a suberificazioni e spaccature.

In caso di infestazione occorre effettuare un trattamento con un buon insetticida specifico che periodicamente dovrà essere cambiato in quanto è facile la formazione di ragnetti resistenti. I trattamenti devono poi essere rivolti sia agli insetti adulti sia alle uova. Occorrerà quindi intervenire miscelando un insetticida specifico con un ovicida avendo cura di irrorare bene tutta la pianta e se vi sono foglie anche la pagina inferiore delle stesse.
Oggi esistono in commercio prodotti che riuniscono le due funzioni e cioè quella di acaricida, per distruggere i ragnetti, e quella di ovicida, per distruggere le moltissime uovache l’acaro depone. Tale possibilità rende la lotta molto più agevole in quanto trattando solo con l’acaricida si avrebbe il risultato di abbattere solo la popolazione adulta che, in considerazione del breve ciclo di sviluppo del parassita in pochi giorni si riformerebbe.

Gli afidi sono invece degli insetti di colore verde, nero o giallo che troviamo in estate preferibilmente sui nuovi germogli delle piante con foglie, più raramente li troviamo sulle cactaceae. Anche in questo caso occorrerà irrorare bene le piante con un buon insetticida sistemico.

Questo astrophytum digitostigma, detto anche caput-medusae, è stato attaccato alla base dei tubercoli dalla cocciniglia cotonosa.
La cocciniglia cotonosa su un astrophytum digitostigma

Fra gli altri parassiti delle piante grasse è bene combattere la “bastarda” cocciniglia!
Purtroppo ne esistono un centinaio di specie ma, per fortuna, le specie che interessano le cactacee e le piante succulente sono molte di meno.
Le principali si possono riconoscere in quanto assomigliano a piccoli scudetti sulla pianta oppure a piccolissimi batuffoli di cotone. Le cocciniglie schiacciate fanno uscire un liquido giallo-rossastro.
Occorre fare attenzione perché le cocciniglie si possono trovare anche fra le radici rendendosi di fatto invisibili all’occhio umano fino a quando le piante arrestano la crescita. In caso di travaso occorre pertanto fare attenzione alla loro presenza.
In caso di infestazione del terreno è opportuno cambiare il substrato e lavare completamente la pianta trattando anche le radici con un idoneo prodotto insetticida.
Le cocciniglie che possono causare notevoli danni alle piante succulente quali:

  • la deformazione dei fusti,
  • la proliferazione dei germogli,
  • l’arresto della crescita.

Essendo le cocciniglie ricoperte da uno strato ceroso così come le loro uova sono faticosamente attaccabili.
Fra i sistemi di lotta si suggerisce la lotta meccanica rimuovendo con un bastoncino di cotone imbevuto in alcool denaturato gli insetti. In caso di infestazioni abbiamo utilizzato con successo Smart® (Malathion) sia per il trattamento esterno delle piante sia per annaffiature preventive e curative del terreno.

Per quanto riguarda i funghi, ne esistono diverse specie, vi suggerisco di procedere con irrorazioni periodiche di fungicidi generici a base di sali di rame.

Altra patologia causata da funghi la rinveniamo in alcune cactaceae quali ad esempio il Mirtillocactus geometrizans. Sul fusto della pianta colonnare compaiono delle macchie clorotiche che possono evolvere, più o meno rapidamente, in marciumi molli scuri. Il marciume inoltre può approfondirsi nei tessuti parenchimatici determinando il disseccarsi di una parte o dell’intera pianta.

In genere la formazione di funghi è favorita da condizioni di alta umidità e da scarsa ventilazione ambientale.
Fate quindi attenzione durante la coltivazione delle vostre piante grasse ed effettuate periodici trattamenti a base di prodotti fungicidi generici soprattutto alla fine della stagione vegetativa quando si preparano le piante per il riposo e quando si apprestano magari a passare la stagione invernale in condizioni di basse temperature e più elevata umidità.

Per informazioni più dettagliate e per approfondire questo argomento, vi rimando ad un articolo ben fatto a cura di Mario Cecarini.

reportage

Una traccia succulenta del mio viaggio di nozze

Ecco alcune foto “succulente” del mio viaggio di nozze, con mia moglie Stefania, negli Stati Uniti… lo scorso giugno.

Abbiamo fatto molte tappe ed è stato un tour fantastico, merito soprattutto di mia moglie… ottima organizzatrice! …viaggio sicuramente da ripetere!!!

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La prima “famiglia” di cactus incontrati nel nostro viaggio… qui eravamo nei pressi della Death Valley
route 66 cactus
…nei pressi di una vecchia pompa di benzina, sulla route 66
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Gruppo di Mammillarie a South Rim – Grand Canyon
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Immancabile composizione in un centro commerciale di Cameron
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Aiuola succulenta al Rockefeller Center – New York

In queste ultime tre foto invece, non ricordo dove eravamo…

opunzia-pale-deserto
opuntia-habitat
cactus-deserto-americano

Avremmo voluto visitare anche il Saguaro National Park, ma era troppo “fuori mano” rispetto al viaggio programmato… sarà per la prossima volta! 😉

 

coltivazione

La marna per le piante grasse

La marna e gli altri materiali inerti

La marna è una roccia terrigena disgregata, che si decompone formando una matrice terrosa, composta principalmente da argilla resa compatta dall’infiltrazione di minerali vari, soprattutto carbonato di calcio, dolomite o, più raramente, silice. Si tratta di una roccia sedimentaria, ossia nata in epoca preistorica dal deposito di fanghi alluvionali sul fondo del mare, a profondità notevoli in cui la sedimentazione non è disturbata dalle onde marine. In questo modo le particelle finissime di argilla si sono depositate in modo omogeneo assieme agli scheletri o ai gusci minerali di organismi microscopici. Col passare delle epoche geologiche tali fanghi sono stati sepolti sotto una coltre di altri materiali, che li ha disidratati e sottoposti a diagenesi (compattamento). In seguito, i movimenti tettonici hanno fatto migrare queste masse rocciose verso l’altro, trascinate dall’emersione delle catene montuose, fino a che l’erosione le ha dissepolte. Non più sottoposta alle pressioni geostatiche, la marna libera le proprie tensioni fratturandosi fino a ridursi a particelle sottili. Infine, la marna è soggetta all’aggressione chimica di agenti atmosferici e organici che tendono, in tempi molto lunghi, a separare nuovamente la porzione del cemento (carbonati, dolomite o silice) dall’argilla..
Marna

“La marna è una roccia sedimentaria, di tipo terrigeno, composta da una frazione argillosa e da una frazione carbonatica data generalmente da carbonato di calcio (calcite) CaCO3 , oppure da carbonato doppio di magnesio e calcio (dolomite) [MgCa(CO3)2]. Nelle marne tipiche la percentuale di carbonato di calcio va dal 35% al 65%; al di sopra e al di sotto di questi valori si hanno termini transizionali a calcari (o dolomie) per alti contenuti di carbonato, ovvero ad argille per bassi contenuti di carbonato. Questo tipo di roccia deriva da sedimenti fangosi, di origine prevalentemente marina, sedimentati in condizioni di bassa energia del mezzo.

La componente argillosa si depone per lenta decantazione di particelle d’argilla (dimensioni inferiori a 0,0625 mm).

La componente carbonatica può essere originata dalla precipitazione di sali o dalla deposizione di particelle organogene, derivate cioè da resti microscopici di organismi a scheletro o guscio calcareo.” [tratto da Wikipedia]

 

Per ulteriori approfondimenti, vi consiglio di leggere questo articolo: Marna: la manna dei cactus?

 

coltivazione

La suberificazione delle piante grasse

Quando il mio cactus ha la base marrone è grave?

Suberificazione piante succulente. La suberina è un costituente essenziale del sughero e contribuisce a determinarne le principali caratteristiche.
Echinopsis multiplex

La suberificazione è un processo per cui alcune cellule vegetali si modificano, in quanto secernono suberina, una particolare sostanza idrofoba costituita da acidi grassi, che si deposita sulla parete cellulare. La suberificazione interessa le porzioni esterne degli organi vegetali (radici e fusti). La suberina, combinandosi con la cellulosa, forma poi il sughero. [tratto da Wikipedia]

Non è sempre detto che il “colorito marrone” alla base della pianta sia indice di cattiva coltivazione.

Innanzitutto bisogna capire se ci troviamo di fronte ad un marciume.
Per far ciò possiamo toccare la base della pianta e vedere se il tessuto è molliccio oppure duro. Un altro modo per scoprire se la pianta è marcita del tutto è quello di afferrarla, magari con l’aiuto di un panno per non pungerci, dall’apice e provare a sollevarla… non c’è bisogno di esercitare una trazione forte.
Se la pianta “ci rimane in mano”, ormai non possiamo più fare nulla… vi accorgerete infatti che il marciume ha interessato completamente il fusto della pianta stessa. Diversamente la pianta potrebbe essere sana.

Per essere sicuri al 100% che la pianta non stia marcendo, bisognerebbe procedere con un taglio orizzontale poco sopra il colletto della pianta interessato dalla colorazione marroncina.
Ma personalmente vi sconsiglio di effettuare il taglio, anche perché poi potreste perdere del tutto il cactus… soprattutto se non avete mai tagliato una pianta di netto.

In questo articolo, potete vedere le foto di un mio astrophytum colpito da marciume dopo il taglio netto… purtroppo la pianta non è sopravvissuta. 😦

Nella maggiorparte dei casi, invece, la colorazione marroncina alla base della pianta è dovuta alla cosiddetta suberificazione che è un processo normale di crescita della pianta.
In questo caso non c’è nulla di che preoccuparsi!
La pianta cresce benissimo e la colorazione marrone sarà solo un “difetto” estetico che tenderà ad essere meno visibile quando la pianta aumenterà il suo diametro, specie i cactus dal portamento globoso.

Ci sono poi altri casi in cui questa colorazione basale della pianta, tende al bianco.
Dalla mia personale esperienza, ciò è dovuto quasi sempre al terriccio utilizzato o all’acqua corrente utilizzata per le annaffiature, molto volte troppo “dura” e calcarea.

Se avete avuto problemi del genere, non esitate a scrivere la vostra esperienza in questo articolo.

Buona coltivazione! 🙂