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Piante succulente: temperature minime invernali

Quali sono le temperature minime invernali che possono sopportare le nostre piante grasse?

Le temperature minime invernali, associate all'umidità ed al freddo, giocano un ruolo importante nella corretta coltivazione delle piante grasse e succulente durante il riposo vegetativo nella stagione invernale.Si sa che, per quanto possiamo sforzarci, le nostre piante grasse non vengono coltivate in habitat ma piuttosto si ambientano al nostro clima.
Vediamo allora quali sono gli accorgimenti da adottare durante il riposo invernale e quali sono le temperature minime “sopportate” dai vari generi.

Innanzitutto partiamo con il dire che durante il riposo invernale, le piante grasse e succulente dovrebbero stare in un luogo riparato dalle piogge e dalle intemperie invernali (grandine, gelate, neve, venti forti ecc.) per cui il riparo in serra fredda potrebbe essere un’ottima soluzione. In alternativa un luogo riparato… evitate i davanzali delle finestre, assai meglio è invece la posizione in un locale non riscaldato quali un garage, una soffitta, un sottoscala, una cantina, anche con poca luce dato che le piante nel periodo invernale, non vegetano.

Il fattore importante è che non ci sia troppa umidità ma, piuttosto ci deve essere sempre una buona aerazione del locale o della serra per non favorire l’insorgenza delle muffe e delle fungosi. Umidità e freddo infatti sono infatti, i principali nemici delle piante grasse nel periodo invernale.

Con la primavera riprenderà la crescita e con essa le normali pratiche colturali e la fioritura.

Molti cactus sopravvivono al gelo in quanto durante il giorno la temperatura sale e di molto in serra, altri appartenenti alle cosiddette “piante da freddo” come Austrocactus, Echinocereus, Opuntia, Thephrocactus e qualche altra possono sopravvivere a temperature di diversi gradi sotto zero a patto di essere protetti dalla pioggia o coperti dalla neve.

Consulta l’elenco delle temperature minime invernali

 

Buona coltivazione! 🙂

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Domande frequenti sulle piante succulente

FAQ: le piante succulente

Molto spesso le persone che iniziano a coltivare questo tipo di piante hanno poche nozioni corrette e pensano erroneamente che esse provengano tutte da deserti… quindi sono piante che vanno poste in pieno sole, innaffiandole pochissimo se non quasi mai.
Se trattiamo però le nostre piante succulente in questo modo, possiamo dire che non vivranno a lungo nonostante non siano affatto piante difficili da coltivare… ma con un po’ di buon senso e qualche consiglio utile, queste piante riusciranno a diventare grandi e regalarci delle bellissime fioriture.

Esistono molti libri sulla coltivazione delle cactacee e più in generale delle piante grasse ma, personalmente ritengo che nell’era di Internet (e con questo intendo forum, blog ecc.) sia molto facile trovare tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno… per cui armatevi di pazienza 🙂

…intanto vi possono essere utili queste domande frequenti:

1. Le piante succulente hanno bisogno di caldo e sole diretto?

Hoya è un genere di piante della famiglia delle Asclepiadaceae, comprendente circa 200 specie differenti, diffuse nel sud est dell'Asia, in Australia ed in Polinesia. Per la gran parte sono rampicanti, ma alcune si presentano con l'aspetto di arbusti, altre sono striscianti.
Hoya kerrii

Molte piante hanno bisogno di luce ma non diretta, almeno durante le calde giornate estive, o addirittura di ombra… e questo discorso vale anche per le piante succulente in quanto hanno differenti necessità a seconda della provenienza (habitat della pianta) e anche della grandezza.
Una pianta adulta infatti resisterà al caldo e alla siccità meglio di una pianta giovane o di un semenzale.
Per essere sicuri delle necessità luminose delle piante è necessario conoscere la provenienza delle piante, o consultare un libro che riporti tali dati (ad esempio l’Enciclopedia delle Cactacee della Zanichelli).

2. Qual’è il substrato ideale?

Questa è una domandona da 1 milione di dollari!
Spesso per scegliere il terriccio ideale bisogna tener conto sia della specie della pianta (e quindi andare a guardare qual’è il suo habitat naturale) ma anche sapere dove verrà cresciuta la pianta stessa… coltivare una pianta grassa all’aperto nel Nord Italia non è sicuramente la stessa cosa che coltivarla nel profondo Sud, no?

Un buon substrato di partenza potrebbe essere quello formato da “terriccio per cactacee” (in vendita presso qualsiasi vivai specializzato ma anche nei centri commerciali forniti) con l’aggiunta di materiale inerte come lapillo, pomice, pozzolana… limiterei l’uso dell’argilla espansa al fondo del vaso per il drenaggio dell’acqua delle innaffiature in eccesso.

Ovviamente questo è un discorso generale… tenete conto che ci sono alcune specie (come l’aztekium) che in natura crescono in terreni gessosi.

3. Qual’è la frequenza e la quantità giusta delle annaffiature? 

La fioritura delle piante grasse è il frutto di un'ottima coltivazione. Ci permette anche di impollinare la pianta con altre sue simili o di specie diverse per creare ibridi intergenere.Il marciume, derivante dalle annaffiature eccessive, sono la prima causa di morte delle piante succulente.
Si può però incorrere facilmente anche nell’errore opposto, cioè nel dubbio se annaffiare o meno, si tende ad annaffiare meno del dovuto per lungo tempo fino a far seccare del tutto la pianta.

Le annaffiature durante il periodo vegetativo devono essere abbondanti ma diradate. Il terriccio deve bagnarsi completamente ma non deve rimanere bagnato per giorni e deve asciugare completamente prima della prossima annaffiatura… ed è per questo motivo che si utilizzano i materiali inerti che favoriscono il drenaggio dell’acqua in eccesso.

4. Quali vasi sono più adatti per la coltivazione?

Personalmente non credo che in assoluto ci sia una tipologia di vasi più adatta di altre alla coltivazione delle piante grasse.
La scelta secondo me, dipende dallo spazio che si ha a disposizione, dalla frequenza con cui si effettuano i rinvasi, dalla grandezza delle piante, dai soldi che si vogliono spendere 🙂 …l’unica scelta supportata da una motivazione scientifica è quella di usare vasi alti, cioè più alti che larghi, per tutte quelle specie di cactacee (come per esempio gli ariocarpus) che hanno una radice fittonante che tende ad andare giù.

Nella mia collezione ormai uso da anni, vasi di plastica neri quadrati.
Ho infatti abbandonato da tempo i vasi rotondi perché occupano molto più spazio e quelli di terracotta perché li ritengo più scomodi nel caso dei rinvasi (pensate alle piante con un apparato radicale molto sviluppato).
Ovviamente sia i vasi di plastica che quelli di terracotta hanno i propri vantaggi e svantaggi… sta un po’ voi valutare quali siamo migliori per il vostro caso e per il tempo e lo spazio che potete dedicare alla coltivazione delle vostre amate piante succulente.

5. Arriva l’inverno… dove metto le mie piante grasse?

L’inverno per molte piante è la stagione peggiore.
Le nostre piante non hanno la fortuna di vivere in habitat (o hanno la fortuna di vivere con noi… dipende dai punti di vista) e perciò, secondo me, dovrebbero essere riparate durante l’inverno.

Badate bene che il freddo invernale non è il principale nemico delle piante grasse, ma soprattutto l’umidità o le piogge invernali associate alle basse temperature.
La soluzione adatta è quella di metterle a riparo in una serra ma, in mancanza, possiamo sistemarle (come ho fatto io quest’anno) su degli scaffali che ricopriremo con un telone trasparente di plastica.
In quest’ultimo caso, il mio consiglio è quello di aprire comunque il telone durante le giornate invernali soleggiate o durante le ore più calde in modo da evitare la formazione di condensa e quindi mantenere sotto controllo l’umidità negli scaffali.

6. Posso mettere nello stesso vaso piante di specie differenti?

La propagazione delle piante succulente è una tecnica utile per riprodurre le cactacee e propagare i polloni.Come dissero i latini: “De gustibus non disputandum est” …ma che schifo! …volete veramente fare una banale composizione di cactus come quelle orrende che si vedono nei supermercati? …no, vero?

Scherzi a parte… io preferisco non mettere piante di specie differenti nello stesso vaso (a maggior ragione cactacee con succulente) perché hanno esigenze diverse: ciclo vegetativo, acqua, illuminazione, terriccio, spazio per le radici ecc..

Molto meglio quindi mettere le piante in vasetti singoli, eventualmente raggruppando solo le piante identiche.

7. Come etichettare le nostre piante?

Tralasciando la sintassi da adottare per la nomenclatura che rispetta regole ben precise, mi limito solo a rispondere su che tipo di etichette utilizzare per le piante grasse e succulente.

Personalmente uso etichette di plastica colorate (acquistabili nei vivai specializzati, centri commerciali ben forniti o meglio ancora su ebay) su cui vado a scrivere con una matita.
Infatti, dopo diversi anni di scrittura mediante pennarelli di ogni tipo (scritta che scompariva o si sbiadiva puntualmente) ho notato che le scritte con la grafite della matita durano molto più a lungo!

Per ora è tutto… spero che le mie risposte vi abbiano tolto qualche dubbio e, se vi hanno invece incuriosito, scrivetemi pure e fatemi tutte le domande che volete… vi aspetto!

Buona coltivazione! 🙂

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Turbinicarpus Panarottoi

Turbinicarpus è un genere di piccoli cactus, distribuito nel nord-est del Messico, in particolare negli stati di San Luis Potosì, Guanajuato, Nuevo leon, Queretaro, Hidalgo, Coahuila, Tamaulipas and Zacatecas.
Turbinicarpus Panarottoi in fiore

Questa è la prima fioritura di quest’anno delle mie piante in serra.

Purtroppo quest’anno, il tempo ha decimato tutti i nostri turbinicarpus… risparmiando solo questa pianta ed un’altra piccola posta all’aperto sul davanzale di una finestra.

La pianta in foto è un Turbinicarpus Panarottoi senza field number ma… è ugualmente bella, non trovate?

A proposito, se vi state chiedendo cos’è il Field number, potete leggere quest’altro mio articolo che vi spiega cosa sono e l’utilità dei Field Number.

 

“Turbinicarpus è un genere di piccoli cactus, distribuito nel nord-est del Messico, in particolare negli stati di San Luis Potosì, Guanajuato, Nuevo leon, Queretaro, Hidalgo, Coahuila, Tamaulipas and Zacatecas.

Queste piante succulente crescono principalmente su suolo calcareo (mai su lava), ad un’altitudine che va da 300 a 3000 m s.l.m. I Turbinicarpus sono generalmente confinati in habitat specifici, generalmente ostile per la maggioranza delle piante, la maggior parte in aree rocciose molto drenate, composte da calcare, arenaria, scisto, terreno acido o gesso. In particolare, i Turbinicarpus sensu stricto sono adattati a nicchie estreme: più dell’80% delle specie cresce in spaccature della roccia o tra la ghiaia, dove abbastanza polvere si accumula permettendo lo sviluppo delle radici.”

 

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La giusta esposizione

Piante grasse: quali sono i rischi dovuti ad un’esposizione errata?

Contrariamente a quanto si pensi, non tutte le piante grasse amano vegetare al pieno sole tutto il giorno e soprattutto in estate (specie se vivete nel sud Italia o se le giornate sono poco ventilate) è bene proteggerle durante le ore più calde.

I danni che potremmo procurare alle nostre piante per una cattiva esposizione sono essenzialmente due: comparsa di scottature ed eziolatura.

Le scottature

Le scottature appaiono come incrostazioni di colore chiaro sulla superficie della pianta e non sono altro che il tegumento esterno seccatosi a causa di eccessiva luce. La pianta in questo caso, non ha avuto il tempo di adattarsi.
Per piante giovani o tutte quelle che presentano una crescita vigorosa è possibile che col tempo tali tessuti morti si stacchino grazie all’ingrossamento del fusto sottostante; mentre se la pianta è ormai adulta, le scottature rimarranno a ricordarci i nostri errori di coltivazione.
Per lo più in caso di piante piccole, se le scottature sono particolarmente gravi, si può giungere alla morte della pianta, in molti casi se la scottatura ha colpito il delicato apice vegetativo, la crescita sarà impedita fino a quando la pianta non riuscirà a formare un apice nuovo… ma nella maggior parte dei casi, ho notato che la pianta inizia a pollonare all’apice.
Badate bene però che le piante succulente possono scottarsi anche se sono in serra, specie se assolata e quindi divenuta troppo calda per un difetto di areazione… il mio consiglio è semplicemente quello di aprire la porta della serra, oltre che il finestrino per il ricircolo dell’aria, durante le ore più calde della giornata.
Non per ultimo, valuterei la possibilità di schermare la serra con dei teli parzialmente ombreggianti.

L’esposizione ideale per le piante grasse e succulenti è sud o sud-est in modo che possano ricevere il sole durante il mattino, fino a mezzogiorno circa, e poi l’ombra nel resto della giornata.
Esporre le piante in pieno sole per tutto il giorno è sconsigliabile… solo alcune specie molto “rustiche” e resistenti (come le opuntie) possono adattarsi a questa situazione.

Vi mostro alcune foto delle mie piante che presentano scottature:

Pianta di gymnocalicium che presenta delle scottature per eccessiva e prolungata esposizione al sole
Gymnocalicium
La pianta presenta, oltre che una vistosa disidratazione, anche scottatura generalizzata a tutto il fusto.
Gymnocalycium
L'esposizione ideale per le piante grasse e succulenti è sud o sud-est in modo che possano ricevere il sole nella mattinata e l'ombra nel resto della giornata. Questo tipo di esposizione ripara anche le cactacee dai freddi venti di tramontana provenienti da nord.
Thelocactus
Le piante grasse
Astrophytum asterias

Alcune di queste piante in foto, come il thelocactus o il gymnocalycium, sono anche molto disidratate per cui bisogna stare anche attenti a dare la giusta dose di acqua preferendo le annaffiature di sera o nel tardo pomeriggio.

L’eziolatura

Un altro pericolo che incombe sulle nostre piante grasse, quando si trovano in un ambiente non idoneo, è l’eziolatura.
La temperatura elevata può stimolare, prima dell’arrivo della primavera, la ripresa vegetativa che, in presenza di una luce scarsa, quale per esempio quella filtrata dalle finestre nelle grigie giornate invernali, cominciano a mostrare un apice vegetativo di colore chiaro. La pianta a questo punto inizia ad eziolare, per intenderci… inizia a filare.
Se non si corre subito ai ripari, il cactus sarà irrimediabilmente rovinato dal punto di vista estetico, in quanto, quando la pianta verrà riportata in esterno e comincerà a crescere normalmente, in corrispondenza dell’eziolatura rimarrà una strozzatura. Inoltre la parte più chiara sarà molto più sensibile alle scottature.
Per impedire tutto questo bisogna trovare un locale con una temperatura più bassa in cui trasferire subito la pianta “filata”.

Quando all’abbassarsi della temperatura arriva il momento di spostare le proprie piante di nuovo all’aperto, per i primi giorni bisogna evitare la luce diretta del sole, perché facilmente potrebbero scottarsi con conseguenti danni estetici irrimediabili.

Spero di aver risolto i vostri dubbi… buona coltivazione! 🙂