OT, reportage

Kit fotografico per piante succulente

Migliorare le foto delle nostre amate piante grasse

Spesso mi sono posto il problema di come fotografare le mie piante grasse, mettendo in risalto la pianta stessa e in secondo piano lo sfondo in cui, molte volte, erano presenti altri cactus.

Seguendo un po’ di discussioni sui vari forum “cactofili”, vedevo che molti appassionati e collezionisti come me, fotografavano le loro piante interponendo uno sfondo colorato in tinta unita.
In questo modo, si può poi in “post-produzione” ritagliare la sagoma della pianta o cambiare il colore dello sfondo ma, soprattutto, si da molto risalto alla pianta fotografata.

Dopo diverse soluzioni “fai-da-te” di brevissima durata e scarsi risultati, mi son deciso ad acquistare su Amazon un piccolo set fotografico senza spendere cifre esorbitanti.

Vi faccio quindi vedere alcune delle mie foto ottenute con questo kit fotografico:

L'astrophytum è un genere comune di cactacee che comprende anche numerose cultivar ricercate, coltivate soprattutto in giappone.
Astrophytum myriostigma cv.kikko nudum
Le variegature delle piante grasse sono una caratteristica dovuta alla mancanza, più o meno accentuata, di clorofilla. Questo astrophytum è completamente giallo, diventa di colore arancione se posto in posizione soleggiata.
Astrophytum myriostigma variegato
astrophytum myriostigma hakuun - cultivar giapponese
Astrophytum miriostigma cv.hakuun
Astrophytum myriostigma kikko forma nuda e pollonante.
Polloni di astrophytum kikko

Il kit fotografico che ho acquistato, lo trovate in questo negozio online

Ve lo consiglio se non volete spendere molti soldi ed ottenere delle foto delle vostre piante grasse e succulente più che accettabili e “simil-professionali”. 🙂

Buona coltivazione e… tante foto!!!

reportage

Una traccia succulenta del mio viaggio di nozze

Ecco alcune foto “succulente” del mio viaggio di nozze, con mia moglie Stefania, negli Stati Uniti… lo scorso giugno.

Abbiamo fatto molte tappe ed è stato un tour fantastico, merito soprattutto di mia moglie… ottima organizzatrice! …viaggio sicuramente da ripetere!!!

ferocactus-death-valley-usa
La prima “famiglia” di cactus incontrati nel nostro viaggio… qui eravamo nei pressi della Death Valley
route 66 cactus
…nei pressi di una vecchia pompa di benzina, sulla route 66
mammillaria-accestita-habitat
Gruppo di Mammillarie a South Rim – Grand Canyon
composizione-piante-succulente
Immancabile composizione in un centro commerciale di Cameron
aiuola-piante-grasse-newyork
Aiuola succulenta al Rockefeller Center – New York

In queste ultime tre foto invece, non ricordo dove eravamo…

opunzia-pale-deserto
opuntia-habitat
cactus-deserto-americano

Avremmo voluto visitare anche il Saguaro National Park, ma era troppo “fuori mano” rispetto al viaggio programmato… sarà per la prossima volta! 😉

 

reportage

Localizzazione delle cactacee

Distribuzione dei cactus negli Stati Uniti d’America

Mappa della distribuzione delle piante grasse e succulente in America, Messico

Ariocarpus: Texas
Astrophytum: Texas
Bergerocactus: California
Carnegiea: California, Arizona
Cereus: Indie occid., Hawai
Coryphantha: Arizona, New Mexico, Texas
Echinocactus: California, Nevada, Utah, Arizona, New Mexico, Texas, Oklahoma
Echinocereus: California, Nevada, Utah, Arizona, New Mexico, Texas, Oklahoma, Colorado, Kansas, Wyoming, Sud Dakota, Nebraska
Epithelantha: Arizona, New Mexico, Texas
Escobaria: tutti gli stati occidentali e centrali, e quelli canadesi di Alberta, Saskatchewan, Manitoba
Ferocactus: California, Nevada, Utah, Arizona, New Mexico, Texas
Harrisia: Florida
Hylocereus: Florida
Leptocereus: Indie occidentali
Lophophora: Texas
Mammillaria: California, Nevada, Utah, Colorado, Arizona, New Mexico, Texas, Oklahoma
Melocactus: Indie occidentali
Neolloydia: Texas
Opuntia: tutti gli stati USA e quelli canadesi di B.Columbia, Alberta, Saskatchewan, Manitoba, Ontario
Pachycereus: Washington, Oregon, Montana, Idaho, Wyoming, S. Dakota, Nevada, Colorado, Kansas, Arizona, New Mexico
Peniocereus: Arizona, New Mexico, Texas
Pereskia: Florida
Pilosocereus: Florida
Rhipsalis: Florida
Sclerocactus: California, Nevada, Utah, Colorado, Arizona, New Mexico, Texas
Selenicereus: Florida, Texas
Stenocereus: Arizona
Thelocactus: Texas

[Fonte: Cactus & Dintorni]

Consulta la mappa dettagliata della distribuzione delle cactacee

😉

curiosità, reportage

Saguaro National Park

Parco Nazionale dei Saguaro

Saguaro National Park

Il Parco nazionale dei Saguaro è una area naturale protetta degli Stati Uniti, si trova nell’Arizona meridionale ed è diviso in 2 sezioni, una a circa 32 km ad est e l’altra a circa 24 km ad ovest di Tucson. Entrambe le sezioni sono facilmente raggiungibili in auto e dotate di un centro accoglienza visitatori.
La superficie totale nel 2008 era di circa 370 km² (91.439,71 acri) di cui 234 km² (57.930 acri) di ambiente naturale non modificato in modo significativo dall’uomo. Entrambe le sezioni del parco sono facilmente raggiungibili in automobile, mentre non ci sono mezzi pubblici che le raggiungano.
Il parco fa parte del Deserto di Sonora e prende il nome dal saguaro, un cactus gigante nativo di questa regione. Sono presenti altre specie di cactus appartenenti ai generi EchinocactusFerocactusOpuntia e Cylindropuntia. Il parco ospita il Leptonycteris yerbabuenae, una specie di pipistrello in pericolo di estinzione, e l’allocco macchiato (Strix occidentalis).
L’area è stata originariamente designata come monumento nazionale il 1 marzo 1933 e venne quindi trasformata in parco nazionale il 14 ottobre 1994 dal presidente Bill Clinton. Complessivamente in entrambe le sezioni ci sono oltre 240 km di sentieri che vanno da semplici percorsi interpretativi a escursioni della durata di un giorno che si addentrano nelle aree più remote del parco. [tratto da Wikipedia]

Per maggiori approfondimenti:

🙂

reportage

Spulciano nel mio vecchio hard-disk (3a terza)

Alcune foto storiche delle mie prime piante grasse

Spulciano le cartelle di uno dei miei vecchi hard-disk, non smetto mai di scovare foto storiche di alcune mie piante grasse.
Molte di queste sono cresciute, altre sono rimaste a casa dei miei genitori nel Salento.

Eccovi qualche foto “succulenta”:

La coltivazione di questo genere richiede, come per tutte le piante succulente, un terreno molto poroso e drenante composto da terra con aggiunta di una percentuale variabile di materiali drenanti come lava, sabbia, ghiaia grossolana o pomice.  La posizione richiesta è soleggiata o di pieno sole a seconda della specie e le annaffiature dovranno essere regolari da aprile a settembre, per interrompersi completamente nel periodo compreso tra ottobre e marzo. Infatti, le mammillarie, come tutte le cactaceae in questi mesi entrano in una stasi vegetativa che non richiede alcuna annaffiatura.  Le specie con fitta lanosità e peluria apicale ed ascellare e/o con numerose spine hanno una maggiore tolleranza al sole diretto mentre quelle con spine rade ed ascelle nude ne mostrano una minore resistenza necessitando di esposizioni meno dirette ma pur sempre intensamente luminose. Ciò per evitare scottature e deturpazioni al fusto.  Questo genere di piante annovera specie che possono sopportare sia temperature alte in estate che basse in inverno, anche al di sotto dei 0 °C per brevissimi periodi se completamente asciutte. G. Lodi, pioniere bolognese della cactusfilia italiana, durante i rigidi inverni conservava le sue piante, per mesi, in stanze buie e fredde, al secco. Non mantenere le piante, in inverno, in locali scarsamente illuminati, è facile che esse possano etiolare.  La moltiplicazione avviene per seme. Questi vengono sparsi su un letto di sabbia mantenuta costantemente umida, soleggiata ed areata per impedire la formazione di muffe e ad una temperatura non inferiore ai 21 °C. Per quelle poche specie che tendono ad accestire è possibile utilizzare i polloni prodotti dalla pianta. Quale che sia la tecnica che decidiate di adottare per la sua propagazione occorre tenere presente che la moltiplicazione per seme ha con sé lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non si è certi d'avere delle piante uguali alla pianta madre. Pertanto se si desidera ottenere una pianta ben precisa o non si è certi della qualità del seme che si sta utilizzando, è bene fare la moltiplicazione per polloni.  Le specie del genere Mammillaria hanno due fioriture annuali, una primaverile ed una tardoestiva - autunnale. Per favorirle e stimolarle entrambe far rispettare alle piante un periodo di secco e di freddo invernale ed un periodo di secco nel mese di agosto (ciclo naturale, clima desertico)seguito, in questo caso, da nuove irrigazioni sino ai rigori dell'autunno o dell'inverno (a seconda delle località di coltivazione), quando andranno nuovamente sospese.
Mammillaria duweii
Le piante hanno tutte fusti globulari o cilindrici solitamente bassi; possono essere sia ramificanti che accestenti. I tubercoli, di forma varia (cilindrici, conici, tetragonali), sono forniti di un'areola più o meno lanosa provvista di spine. Queste, differenziate in radiali e centrali, hanno forma, lunghezza e consistenza le più varie. In molte specie del genere una o più spine centrali sono uncinate. La robustezza di alcune di esse è tale da essere utilizzate, dalle popolazioni locali, come ami da pesca. Tra i tubercoli vi è l'ascella, a seconda delle specie glabra o lanosa. Da qui avviene la fioritura che nel genere Mammillaria è periapicale (in altre specie di cactaceae la fioritura è areolare). Il fiore è piccolo (ma alcune specie hanno fioriture vistose per dimensioni e colore dei fiori), di colore rosa o fucsia o bianco o giallo (verde nella M. marksiana)o variegato. L'anno successivo alla fioritura l'ascella fiorita emetterà il frutto, generalmente allungato e di color rosso (può essere anche verde pallido, giallo, bruno), edule in alcune specie. L'apice è generalmente lanoso. Alcune specie di Mammillaria, appartenenti al sub genere Galactochylus (Mammillaria s.s.), se incise emettono un lattice di aspetto simile a quello delle euphorbiae.
Mammillaria bocasana mostruosa
Come tutte i cactus l'echinocereus necessita di terreno molto poroso composto da una parte di terra e molta sabbia grossolana unita a ghiaia. In genere la sua esposizione deve essere in pieno sole e le annaffiature regolari, specialmente in estate. Alcune specie come quelle provenienti dalla Baja California in inverno necessitano di circa 7/10 °C mentre tutte le altre specie resistono bene al freddo fin anche sotto i -10 °C.Durante questo periodo le annaffiature dovranno essere sospese del tutto.  La riproduzione avviene: per semi che verranno depositati nel periodo primaverile in un letto di sabbia umida e mantenuti ad una temperatura di 21 °C e al riparo dalla luce diretta del sole; e per talea oppure depositando il pollone dopo aver lasciato asciugare bene il punto di taglio in un letto di sabbia o pomice umida.
Echinocereus adustus
Thelocactus - Pianta della famiglia delle Cactacee il cui nome è formato dal greco "thelè", che vuol dire "capezzolo", e da cactus, che si riferisce ai grossi tubercoli posti sulle costolature della pianta.  Originaria del Messico e dell'America meridionale, la thelocactus ha forma arrotondata o leggermente ovoidale con costolature appiattite e ricoperte da tubercoli molto evidenziati le cui cime sono munite di grosse spine aureolari. Comprende 17 specie.  La coltivazione di questa pianta (come quella di tutte le cactacee), vuole un terriccio molto drenante, composto da terra concimata e da sabbia grossolana in modo da permettere un buon drenaggio e impedire il ristagno dell'acqua che causerebbe il marciume del fusto.  Le thelocactus devono essere piantate in vasi non molto grandi, di una misura appena superiore alla pianta, ma siccome la loro crescita è abbastanza rapida, necessiterà di un rinvaso che avverrà in primavera, almeno ogni due anni. La sua esposizione richiede piena luce e pieno sole, le innaffiature andranno fatte solo quando la terra apparirà asciutta; in inverno dovrà essere conservata a una temperatura che non scenda sotto i 4 °C e le innaffiature sospese.  La sua riproduzione avviene quasi sempre per seme, siccome la pianta difficilmente produce polloni, il seme va posto in una composizione di terriccio e sabbia molto fini e umidi e conservati ad una temperatura di 21 °C in posizione ombreggiata.
Thelocactus bicolor

…e qualche chamacereus regalatomi da altri appassionati:

La specie E. chamaecereus è una cactacea bassa e cespitosa, che forma cespuglietti compatti con rami di lunghezza variabile. Il colore della pianta è variabile a seconda dell'esposizione al sole. La colorazione normale è verde pallido, se è esposta al sole diventa color giallo/rosso. I tubercoli sono poco pronunciati e i rami presentano spine molto piccole variabili dalle dodici alle quindici. Le costolature invece variano dalle sette alle dieci per ramo. I fiori sono di colore rosso/arancio, ad imbuto e nascono alla sommità dell'areola.
Chamacereus silvestri dal fiore rosso
È un genere di facile coltivazione, in quanto non richiede particolari cure. È necessario, come per tutte le succulente, garantirgli un terreno aerato e poroso. Il terreno deve essere inoltre povero di sostanza organica e ricco invece di materiale inerte e minerale.  Per quanto riguarda le annaffiature, queste devono avvenire ogni 15 giorni circa in piena estate e durante la primavera; mentre in inverno, durante il periodo freddo necessario al riposo, la pianta non deve essere per nulla annaffiata. Sopporta comunque bene i lunghi periodi di siccità.  L'esposizione al sole deve avvenire gradualmente per non scottare le piante. Deve essere un'esposizione al sole pieno o leggermente in ombra; l'importante è assicurargli una buona luminosità, necessaria al periodo di fioritura che va dai primi di maggio alla fine di luglio.  Le concimazioni devono essere sporadiche e basate su un concime povero di azoto e ricco di potassio e fosforo. È molto sensibile all'attacco di cocciniglia cotonosa delle radici e di cocciniglia a scudetto.
Chamacereus cv.dunkerlot
Chamacereus cv.pagapei
Chamacereus cv.pagapei

In questo articolo troverete la prima e la seconda parte della galleria di foto. 🙂