innesti

Giornata di innesti

Una mattinata nuvolosa, l’ideale per innestare semenzali e plantule.

Da ieri qui a Roma si sono abbassate le temperature, ed oggi è una giornata nuvolosa…
Menomale! Non sopportavo più questo caldo atroce!

Ho quindi iniziato ad innestare alcuni semenzali seminati ad aprile, ed alcune plantule di 1 mese di crescita.
Quest’anno sono riuscito ad ottenere dei semi fertili da alcune mie cultivar di astrophytum e ad aprile scorso le ho seminate in serra.
Le plantule invece non sono di mia produzione, ma provengono dalle piante grasse del mio amico Daniele Mongiat… anche queste ultime sono cultivar giapponesi di astrophytum.

Tecnica di innesto
Innanzitutto devo dirvi che i portainnesti sono stati scelti qualche giorno fa ed annaffiati abbondantemente. Dalle mie precedenti esperienze di innesto infatti, non conviene annaffiarli qualche ora prima dell’innesto stesso.

Oggi ho voluto innestare sia su pereskiopsis che su eriocereus e trichocereus ibridi.
In tutti i casi bisogna far attenzione a far combaciare i fasci linfatici del portainnesto e della marza… ma facciamo tutto con calma!

Ho preso un semenzale di astrophytum e l’ho tagliato con un bisturi affilato e ben disinfettato, meglio se sterile, subito sopra il colletto:

I giapponesi son considerati ormai i maestri nelle ibridazioni e nella creazione di nuove cultivar selezionate. La specie degli astrophytum, ma anche gli ariocarpus non son da meno, conta oggi numerose cultivar dalle forme più strabilianti e rare. C’è anche da dire che tutti gli astrophytum si prestano molto bene ad essere impollinati tra di loro, non è infatti assolutamente difficile fare delle impollinazioni incrociate anche solo partendo dalle specie comuni.
Semenzale di astrophytum myriostigma kikko nudum

C’è chi innesta anche la parte inferiore del colletto ma, sinceramente io non ho mai provato e non so se potrà riuscire.

A questo punto si passa a tagliare il portainnesto:

Le origini dell’Astrophytum myriostigma cv. Onzuka risalgono al 1970 quando il signor Tsutomu Onzuka incrociò un Astrophytum myriostigma tricostato con un A. myriostigma var. nudum e ripetendo gli incroci tra le progenie di A. tricostati e myriostigma quadricostati var. nudum.  Il risultato finale, che oggi possiamo ammirare sotto le più svariate forme e disegni, fu quello di ottenere una pianta ricoperta da una trama fittissima di spot.
Fasci linfatici su pereskiopsis

Considerando che i fasci linfatici sono periferici rispetto al fusto della pianta, mentre quelli del semenzale sono centrati, bisogna far attenzione a combaciare i due fasci. Per far ciò in genere, si decentra la marza rispetto al portainnesto:

L’innesto è una tecnica che consente di unire due piante, o loro parti, per saldarle come se si trattasse di una unica pianta. La pianta che riceve l’innesto si chiama portainnesto, quella che si inserisce marza.
Fasci linfatici su trichocereus

Posizionata quindi la marza, esercito una piccola pressione in modo da far uscire tutte le bolle d’aria e far aderire bene il semenzale.
Nella maggior parte dei casi, se il portainnesto e la marza sono in piena vegetazione non c’è bisogno di usare collanti particolari ma basta fare una piccola pressione.

In alcuni casi, ho sperimentato con successo, l’utilizzo della comune pellicola trasparente da cucina per fissare meglio ed a lungo il semenzale al portainnesto:

Il mese di Giugno, in genere, è il periodo ideale per fare qualche innesto. In questo mese infatti, le temperature minime non scendono al di sotto dei 20°C e le temperature medie si mantengono abbastanza alte e costanti.  Personalmente, innesto da diversi anni… anche se tutt’oggi non mi manca di scoprire a volte “piccoli trucchi” provati da altri appassionati nella coltivazione delle piante grasse.
Pellicola trasparente per fissare meglio il semenzale

Fra qualche giorno, vi aggiornerò sull’evoluzione di questi innesti… nel frattempo potete approfondire l’argomento consultando l’elenco dei miei articoli dedicato agli innesti.

Ciao! 🙂

 

guide, innesti

Come innestare le piante grasse

Quando e come procedere all’innesto delle piante succulente

La tecnica dell'innesto, definita da molti una tecnica di moltiplicazione, è stata largamente trattata su quasi tutte le riviste specializzate del settore e praticata da moltissimi coltivatori e collezionisti. Se il fine principale è quello di far attecchire su di una pianta una di specie diversa, della quale si vuole migliorare la resa, è vero anche che negli ultimi anni si è fatto ricorso all'innesto per svariate ragioni. Due gruppi contrapposti di coltivatori hanno sostenuto per decenni le proprie tesi sul rifiuto o sull'uso intensivo di questa tecnica. Da un lato c'è chi rifiuta esemplari deformati per via del taglio praticato o che preferisce esemplari con radici proprie.
Innesto di semenzale di Astrophytum digitostigma su pereskiopsis

Il mese di Giugno, in genere, è il periodo ideale per fare qualche innesto.
In questo mese infatti, le temperature minime non scendono al di sotto dei 20°C e le temperature medie si mantengono abbastanza alte e costanti.

Personalmente, innesto da diversi anni… anche se tutt’oggi non mi manca di scoprire a volte “piccoli trucchi” provati da altri appassionati nella coltivazione delle piante grasse.

Vi riassumo quindi in questa pagina, gli articoli che affrontano l’argomento innesti in questo blog:

Spero che gli articoli vi possano essere utili… accetto consigli e suggerimenti/opinioni… grazie! 🙂

 

coltivazione, innesti

Il portainnesto ideale

I vari portainnesto da usare per le piante grasse: vantaggi e svantaggi

 

 

 

 

Myrtillocactus geometricans

E’ in assoluto il portainnesto più utilizzato e più comune da trovare.
Io ho iniziato i miei primi innesti proprio con delle talee radicate di myrtillocactus o qualche piantina seminata due-tre anni prima.
Crescono molto velocemente ed è un portainnesto ideale per semenzali di circa 5-6 mesi di vita.
E’ una pianta che non deforma molto la marza ma, ho notato, che soffre molto il freddo ed ho avuto anche qualche esperienza negativa con l’estremo caldo… nel senso che possono soffrire le giornate calde d’estate se lasciati in una serra con poca areazione.

Harrisa jubertii

Questo è stato il terzo tipo di portainnesto che ho iniziato ad usare, dopo le pereskiopsis.
Ho notato che rispetto ai myrtillocactus sono più resistenti al freddo e ultimamente li sto preferendo ai primi.
Ho visto anche che non penetra molto all’interno della marza, per cui è ideale se si pensa di riaffrancare la marza successivamente.

Hylocereus undatus

E’ una pianta molto utilizzata in Giappone, Thailandia.
Rispetto ai primi due portainnesto, è una pianta molto vigorosa e per questo da uno stimolo di crescita non indifferente alla marza che quindi, molte volte, cresce velocemente e pollona.
Ha però il difetto di penetrare molto all’interno della marza, per cui la riaffrancatura è più difficile.
Personalmente, non ho ancora avuto modo di usare questa pianta.

Opuntia compressa

E’ una pianta utilizzata molto raramente per gli innesti.
All’inizio ho provato anch’io ad usarla per semenzali di 4-5 settimane di vita, con scarsi successi.

Pereskiopsis

Pianta molto utilizzata per l’innesto di piccoli semenzali, anche di qualche giorno.
Permette di vedere subito le caratteristiche della pianta (specie se è una cultivar) ed in molti casi porta la marza già in fioritura dopo 12-18 mesi dall’innesto.
Soffre un po’ il freddo e, personalmente, durante le giornate invernali più calde continuo ad innaffiarle (in genere una volta al mese).
A causa delle ridotte dimensioni del fusto, la marza innestata su pereskiopsis deve poi essere reinnestata su un altro portainnesto più vigoroso.

Ferocactus glaucescens

Ho visto usare questa pianta per effettuare portainnesto bassi, per esempio per gli ariocarpus.
E’ molto utilizzata la varietà “inermis”, cioè senza spine.
Resiste molto bene alle basse temperature.

 

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Propagazione: I vari tipi di innesto

Quale tipo di innesto scegliere per le nostre piante?

Esistono vari tipi di innesto. Finora per le mie piante grasse, ho utilizzato prevalentemente l’innesto per sovrapposizione ed in alcuni casi l’innesto a spacco.

Innesto per sovrapposizione

L’innesto per sovrapposizione è quello più comune.
Per far si che l’innesto vada a buon fine bisogna che marza e portainnesto naturalmente siano compatibili, cioè che appartengano alla stessa famiglia (per intenderci cactacee con cactacee, succulente con succulente). Inoltre bisogna utilizzare piante giovani e vigorose ed in piena vitalità.
Bisogna utilizzare un coltello o bisturi ben affilato e disinfettato.

  1. Si inizia con il tagliare il portainnesto all’apice.
  2. Poi vanno smussati i bordi per evitare che col tempo il portainnesto, ritirandosi, faccia saltare l’unione con la marza.
  3. Infine lasciare la porzione tagliata del portainnesto sopra al portainnesto per evitare che si asciughi mentre si lavora con la marza.
  4. Tagliare quindi la marza alla base e smussare sempre i bordi.
  5. Togliere la “copertura”, o la “fettina” come la chiamo io, dal portainnesto e far combaciare i fasci linfatici della marza con quelli del portainnesto,
  6. esercitare una leggera pressione tra i due per evitare che rimangano bolle d’aria,
  7. fissare le due parti saldamente, con l’utilizzo di elastici.

Mai usare il mastice per queste operazioni.
Mettere a riparo l’innesto appena fatto, magari in serra o in un luogo ombreggiato e riparato.
In un paio di settimane si dovrebbe ottenere un innesto saldato.

Innesto a spacco

Questo innesto è molto meno conosciuto e praticato rispetto al precedente.
Solitamente viene effettuato con piante a fusto allungato e sottile come gli Epiphyllum, Chamaecereus o Schlumbergera.
Per far si che l’innesto vada a buon fine, vale lo stesso discorso di prima in merito alla compatibilità tra marza e portainnesto e sullo stato vegetativo della pianta.

  1. Si incide verticalmente, con un coltello o bisturi ben affilato e disinfettato, il portainnesto per 1/2 cm alla sommità del fusto.
  2. La marza dovrà essere inserita in questa spaccatura, dopo che si sarà tagliata a cuneo e si faranno combaciare i fasci dei due elementi.
  3. Lo spacco sarà fissato con una corda o un elastico.

Anche in questo caso, mai usare il mastice o colle simili tipo attak!

Buona coltivazione!

reportage

La mia collezione di Astrophytum

Una piccola anteprima di alcuni miei astrophytum…

Il kohyo è una cultivar giapponese di astrophytum che presenta una variegatura molto bella.
Astrophytum myriostigma kikko koh-yo
L'hakuun è una delle cultivars giapponesi che presenta delle puntinature bianche sul corpo della pianta.
Astrophytum myriostigma hakuun
Questo è un ibrido interspecie tra un astrophytum myriostigma ed un digitostigma o caput-medusae.
Ibrido myriostigma x digitostigma
Questa pianta innestata presenta una variegatura molto bella.
Astrophytum myriostigma variegato
Varietà nuda dell'astrophytum kikko. Fiorisce regolarmente.
Astrophytum myriostigma kikko nudum