La scorsa settimana, ho continuato a seminare alcune cultivar di astrophytum.
Anche in questo caso, i semi non sono di mia produzione (dato che non ho per ora molte cultivar giapponesi) ma del mio amico David Croce.
Una mattinata nuvolosa, l’ideale per innestare semenzali e plantule.
Da ieri qui a Roma si sono abbassate le temperature, ed oggi è una giornata nuvolosa…
Menomale! Non sopportavo più questo caldo atroce!
Ho quindi iniziato ad innestare alcuni semenzali seminati ad aprile, ed alcune plantule di 1 mese di crescita.
Quest’anno sono riuscito ad ottenere dei semi fertili da alcune mie cultivar di astrophytum e ad aprile scorso le ho seminate in serra.
Le plantule invece non sono di mia produzione, ma provengono dalle piante grasse del mio amico Daniele Mongiat… anche queste ultime sono cultivar giapponesi di astrophytum.
Tecnica di innesto
Innanzitutto devo dirvi che i portainnesti sono stati scelti qualche giorno fa ed annaffiati abbondantemente. Dalle mie precedenti esperienze di innesto infatti, non conviene annaffiarli qualche ora prima dell’innesto stesso.
Oggi ho voluto innestare sia su pereskiopsis che su eriocereus e trichocereus ibridi.
In tutti i casi bisogna far attenzione a far combaciare i fasci linfatici del portainnesto e della marza… ma facciamo tutto con calma!
Ho preso un semenzale di astrophytum e l’ho tagliato con un bisturi affilato e ben disinfettato, meglio se sterile, subito sopra il colletto:
Semenzale di astrophytum myriostigma kikko nudum
C’è chi innesta anche la parte inferiore del colletto ma, sinceramente io non ho mai provato e non so se potrà riuscire.
A questo punto si passa a tagliare il portainnesto:
Fasci linfatici su pereskiopsis
Considerando che i fasci linfatici sono periferici rispetto al fusto della pianta, mentre quelli del semenzale sono centrati, bisogna far attenzione a combaciare i due fasci. Per far ciò in genere, si decentra la marza rispetto al portainnesto:
Fasci linfatici su trichocereus
Posizionata quindi la marza, esercito una piccola pressione in modo da far uscire tutte le bolle d’aria e far aderire bene il semenzale.
Nella maggior parte dei casi, se il portainnesto e la marza sono in piena vegetazione non c’è bisogno di usare collanti particolari ma basta fare una piccola pressione.
In alcuni casi, ho sperimentato con successo, l’utilizzo della comune pellicola trasparente da cucina per fissare meglio ed a lungo il semenzale al portainnesto:
Pellicola trasparente per fissare meglio il semenzale
Innanzitutto è bene spiegare la differenza tra ipocotile ed epicotile:
Ipocotile: Nel seme è la prima parte del fusticino della plantula che inizia a differenziarsi tra i cotiledoni e la radichetta.
Epicotile: Primo internodo del fusto, compreso tra i cotiledoni e la prima foglia o il primo verticillo di foglie… è la diretta continuazione dell’ipocotile.
L’innesto su ipocotile viene effettuato utilizzando giovani plantule di circa un mese e consente, in pratica, di sostituire l’intero apparato radicale di un semenzale.
Di solito come portainnesto si usano i Cereus in quanto producono un lungo ipocotile e quindi sono molto comodi per questo tipo di innesti.
Le giovani plantule, utilizzate come portainnesto, devono avere il diametro di circa 2-3 mm.
Ovviamente la scelta del momento giusto per l’innesto è di fondamentale importanza per una buona riuscita!
Se si procede in ritardo infatti, le giovani plantule iniziano ad emettere già le spine.
Matucana su ipocotile
Effettuato l’innesto, è necessario esercitare una pressione per 24 ore (in genere si può utilizzare del nastro adesivo o un pezzo di pellicola trasparente da cucina).
A questo punto, l’innesto dev’essere spostato in una piccola serra calda o in una seminiera per un paio di giorni… avendo l’accortezza di mantenere altissima l’umidità ambientale, prossima al 100%. Per far ciò potreste racchiudere la pianta innestata all’interno di un sacchetto trasparente sigillato.
In alcune specie globose, come gli astrophytum, si può avere qualche problema con l’innesto su ipocotile in quanto la vigoria della pianta tende a soffocare il portainnesto.
In questo caso, nel giro del primo anno, la pianta va innestata di nuovo su un portainnesto più vigoroso.
Personalmente non mi sono ancora cimentato con questo tipo di innesto ma, con l’avvicinarsi della primavera, le mani iniziano a prudere… quindi sicuramente ci proverò!