innesti

Problemi con alcuni innesti

Strane macchie nere nel punto di innesto

Quest’anno, su alcuni innesti, è comparsa una macchia nel punto di attacco tra marza e portainnesto.

Questa tecnica, definita da molti una tecnica di moltiplicazione, è stata largamente trattata su quasi tutte le riviste specializzate del settore e praticata da moltissimi coltivatori e collezionisti. Se il fine principale è quello di far attecchire su di una pianta una di specie diversa, della quale si vuole migliorare la resa, è vero anche che negli ultimi anni si è fatto ricorso all'innesto per svariate ragioni. Due gruppi contrapposti di coltivatori hanno sostenuto per decenni le proprie tesi sul rifiuto o sull'uso intensivo di questa tecnica. Da un lato c'è chi rifiuta esemplari deformati per via del taglio praticato o che preferisce esemplari con radici proprie; dall'altro chi cerca di
Trichocereus bridgesii mostruoso
 La lenta crescita, l'apparato radicale a volte scarso, le difficoltà a far radicare le talee hanno suggerito, anche per le piante grasse, l'applicazione della tecnica dell'innesto.   In questo caso la nuova pianta troverà quella sottostante, chiamata soggetto, già radicata e tanto vigorosa da provvedere al suo nutrimento e permettere quindi uno sviluppo più rapido e sicuro.   Questa tecnica artificiale di moltiplicazione non è complicata, ma una mano esperta ed una buona conoscenza botanica sono requisiti essenziali per operazioni di questo genere.    Considerato che questo processo consiste nel prendere una parte di una pianta (marza o innesto) e fissarla su un'altra pianta (soggetto), in modo che i cambi dei fasci dell'una e dell'altra siano a contatto, è necessario conoscere profondamente le marze e sapere se sono compatibili con il soggetto.    Il soggetto, fornirà sostegno e nutrimento alla marza che, altrimenti, non potrebbe moltiplicarsi o sopravvivere da sola. I nuovi tessuti che i cambi formeranno saranno strettamente connessi e l'innesto si svilupperà come una parte del soggetto.  Soggetto e marza debbono essere affini: si innestano cactee su cactee, asclepiadacee su asclepiadacee ecc.; le piante grasse che fanno eccezione sono: Adenium obesum che può essere innestato su Nerium oleander (generi diversi ma della stessa famiglia) .
Astrophytum ibrido

Chiedendo nei vari forum di piante grasse, molti appassionati e collezionisti mi hanno detto che potrebbe essere un problema di contaminazione di spore dovuto all’utilizzo di lame o bisturi non correttamente sterilizzati… la prossima volta starò più attento!

 

guide, innesti

Come innestare le piante grasse

Quando e come procedere all’innesto delle piante succulente

La tecnica dell'innesto, definita da molti una tecnica di moltiplicazione, è stata largamente trattata su quasi tutte le riviste specializzate del settore e praticata da moltissimi coltivatori e collezionisti. Se il fine principale è quello di far attecchire su di una pianta una di specie diversa, della quale si vuole migliorare la resa, è vero anche che negli ultimi anni si è fatto ricorso all'innesto per svariate ragioni. Due gruppi contrapposti di coltivatori hanno sostenuto per decenni le proprie tesi sul rifiuto o sull'uso intensivo di questa tecnica. Da un lato c'è chi rifiuta esemplari deformati per via del taglio praticato o che preferisce esemplari con radici proprie.
Innesto di semenzale di Astrophytum digitostigma su pereskiopsis

Il mese di Giugno, in genere, è il periodo ideale per fare qualche innesto.
In questo mese infatti, le temperature minime non scendono al di sotto dei 20°C e le temperature medie si mantengono abbastanza alte e costanti.

Personalmente, innesto da diversi anni… anche se tutt’oggi non mi manca di scoprire a volte “piccoli trucchi” provati da altri appassionati nella coltivazione delle piante grasse.

Vi riassumo quindi in questa pagina, gli articoli che affrontano l’argomento innesti in questo blog:

Spero che gli articoli vi possano essere utili… accetto consigli e suggerimenti/opinioni… grazie! 🙂

 

coltivazione, innesti

Il portainnesto ideale

I vari portainnesto da usare per le piante grasse: vantaggi e svantaggi

 

 

 

 

Myrtillocactus geometricans

E’ in assoluto il portainnesto più utilizzato e più comune da trovare.
Io ho iniziato i miei primi innesti proprio con delle talee radicate di myrtillocactus o qualche piantina seminata due-tre anni prima.
Crescono molto velocemente ed è un portainnesto ideale per semenzali di circa 5-6 mesi di vita.
E’ una pianta che non deforma molto la marza ma, ho notato, che soffre molto il freddo ed ho avuto anche qualche esperienza negativa con l’estremo caldo… nel senso che possono soffrire le giornate calde d’estate se lasciati in una serra con poca areazione.

Harrisa jubertii

Questo è stato il terzo tipo di portainnesto che ho iniziato ad usare, dopo le pereskiopsis.
Ho notato che rispetto ai myrtillocactus sono più resistenti al freddo e ultimamente li sto preferendo ai primi.
Ho visto anche che non penetra molto all’interno della marza, per cui è ideale se si pensa di riaffrancare la marza successivamente.

Hylocereus undatus

E’ una pianta molto utilizzata in Giappone, Thailandia.
Rispetto ai primi due portainnesto, è una pianta molto vigorosa e per questo da uno stimolo di crescita non indifferente alla marza che quindi, molte volte, cresce velocemente e pollona.
Ha però il difetto di penetrare molto all’interno della marza, per cui la riaffrancatura è più difficile.
Personalmente, non ho ancora avuto modo di usare questa pianta.

Opuntia compressa

E’ una pianta utilizzata molto raramente per gli innesti.
All’inizio ho provato anch’io ad usarla per semenzali di 4-5 settimane di vita, con scarsi successi.

Pereskiopsis

Pianta molto utilizzata per l’innesto di piccoli semenzali, anche di qualche giorno.
Permette di vedere subito le caratteristiche della pianta (specie se è una cultivar) ed in molti casi porta la marza già in fioritura dopo 12-18 mesi dall’innesto.
Soffre un po’ il freddo e, personalmente, durante le giornate invernali più calde continuo ad innaffiarle (in genere una volta al mese).
A causa delle ridotte dimensioni del fusto, la marza innestata su pereskiopsis deve poi essere reinnestata su un altro portainnesto più vigoroso.

Ferocactus glaucescens

Ho visto usare questa pianta per effettuare portainnesto bassi, per esempio per gli ariocarpus.
E’ molto utilizzata la varietà “inermis”, cioè senza spine.
Resiste molto bene alle basse temperature.

 

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Innesto di ariocarpus su pereskiopsis

Un innesto di ariocarpus ben riuscito!

Nella primavera del 2012, ho innestato un giovane semenzale di due settimane su una pereskiopsis.
Non ho utilizzato la colla attack, come ho visto fare da molti, ma ho semplicemente scelto il momento migliore per innestare… a tal proposito, potete consultare questo mio articolo su questo tipo di innesti; oppure se siete proprio “a digiuno” sull’argomento innesti, partite con le nozioni generali su come innestare le piante grasse.

Eccovi la foto fatta la scorsa primavera, quindi dopo poco più di un anno…

L'ariocarpus è una pianta cactacea molto delicata, dalla crescita molto lenta ma... se innestata può regalare splendide fioriture precoci.
Ariocarpus kotschoubeyanus di un anno

…e relativa fioritura! 🙂

La fioritura degli ariocarpus è sempre spettacolare! Tuttavia bisogna stare attenti ai marciumi che molte volte interessano il fiore.
Fioritura di Ariocarpus Kotschoubeyanus

Bello vero? 🙂

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Innestare i cactus su pereskiopsis

La pereskiopsis, nelle sue due varietà più comuni come la porteri e la spathulata, sono i portainnesti ideali per le giovani plantule cactacee anche di poche settimane di crescita.
Pereskiopsis ideale come portainnesto

La pereskiopsis
Questa pianta, conosciuta soprattutto perché utilizzata come portainnesto, presenta un fusto cilindrico che si ramifica fino a raggiungere persino un’altezza di circa 2 metri. Le sue foglie sono persistenti, carnose e piatte ed ha areole composte di spine e peli.
È un genere intermedio tra la Pereskia, appunto, e la Opuntia.
Le varietà più conosciute ed utilizzate, per gli innesti delle cactacee, sono prevalentemente due: la porteri, originaria della bassa California (fiori gialli); e la spathulata, originaria del Messico (fiori rossi).

L’innesto per sovrapposizione con le giovani plantule

La pereskiopsis viene utilizzata spesso per innestare:

  • giovani semine (addirittura in alcuni casi, per plantule di appena una settimana),
  • generi a crescita lentissima (aztekium, ariocarpus ecc),
  • migliorare la sopravvivenza di semenzali con poca clorofilla (nel caso degli ibridi o cultivar di astrophytum, ariocarpus ecc),
  • avere un’anteprima dei risultati che avremo con le semine e quindi accelerare la crescita e lo sviluppo di particolari cultivar.
L'innesto di giovani plantule cactacee su pereskiopsis favorisce la rapida crescita di specie molto difficili, ibridi o cultivar. In alcuni casi si possono ottenere anche delle belle mostruosità e piante crestate.
Astrophytum myriostigma cv. onzuka (forma mostruosa) di 3 mesi.

Da dove inizio?

  • Partendo dal presupposto che avete già almeno una o più piante madri di pereskiopsis, dovete innanzitutto tagliare delle talee lunghe 10 cm circa, che abbiamo un diametro del fusto di 4-5 mm;
  • mettete a radicare le marze così ottenute… se volete velocizzare questa operazione, in genere io le metto a bagno in un bicchierino di plastica con acqua… dopo circa 1 settimana hanno già qualche radice e possono essere rinvasate in terra;
  • annaffiate la marza sempre due-tre giorni prima dell’innesto… le pereskiopsis infatti, tendono a produrre molta linfa specie se il semenzale non attecchisce,
  • utilizzare giovani semenzali… in genere plantule che vanno da 2-3 giorni ad un massimo di 2-3 settimane vanno più che bene

Importante: non abbiate fretta! …ricordatevi che per fare ottimi innesti, oltre che avere una certa dimestichezza (e quella arriverà con il tempo) le piante, sia marza che portainnesto, devono essere in ottima salute e quindi in piena vegetazione.

Le piante innestate su pereskiopsis hanno una rapida crescita e molte volte queste piante grasse ci regalano splendide fioriture o una miriade di polloni.
Sulcorebutia rauschii di 3 mesi

Quali materiali si usano?

  • Bisturi o lametta da barba (per intenderci, stile i vecchi rasoi della gillette): in questo caso, parlando di innesti di piccoli semenzali, non abbiamo bisogno di una sciabola o del coltello super-affilato da macellaio ma, avremo bisogno piuttosto di una piccola lama ben affilata, meglio se sterile o comunque disinfettata prima dell’uso;
  • Contenitore: dove sistemerete gli innesti appena effettuati in modo da poter mantenere l’atmosfera umida per almeno i primi 5-6 giorni… ciò favorisce l’attecchimento del semenzale;
  • Sacchetto di plastica trasparente: in alternativa al contenitore di prima.
La pereskiopsis permette di innestare giovani plantule in modo da accelerare la crescita specie se si tratta di ibridi o cultivar giapponesi, o ancora piante variegate.
Uebelmannia pectinifera: due giovani semenzali innestati sulla stessa pereskiopsis

Qual’è la tecnica corretta?

  • Effettuare il taglio del semenzale poco sopra la radice;
  • appoggiare in piano il semenzale sulla parte tagliata della pereskiopsis… in posizione decentrata perché i fasci della pereskiopsis (visibili ad occhio nudo) si trovano in prossimità dei bordi del fusto mentre i fasci del semenzale sono costituiti da una puntina centrale,
  • posizionato il semenzale, farlo ruotare in modo da far uscire bolle d’aria ed applicare una leggera pressione per circa un minuto,
  • sistemare la pianta appena innestata all’interno del sacchetto di plastica o del contenitore.

 

L'innesto di giovani plantule su pereskiopsis ci può regalare splendide e precoci fioriture, oltre che una crescita rapida e rigogliosa di alcune cultivar o ibridi che diversamente avrebbero una crescita molto lenta.
Fioritura di Ariocarpus kohschoubeyanus di un anno

Quali sono gli errori più comuni da evitare?

  • usare una lametta o bisturi sporco o già usato,
  • temperatura non idonea… in genere ho visto che la percentuale di attecchimento aumenta quando la temperatura minima non scende al di sotto dei 15° C,
  • taglio non netto e non in piano,
  • eccessiva pressione sul semenzale,
  • annaffiatura tardiva della pereskiopsis usata come portainnesto,
  • mancata aderenza del semenzale per presenza di bolle d’aria o per aver posizionato il semenzale fuori dai vasi linfatici del portainnesto,
  • poca umidità dopo l’innesto,
  • esposizione inadeguata… per esempio al sole o non riparata,
  • semenzali troppo cresciuti e quindi inadeguati alla pereskiopsis… per esempio con un diametro troppo largo rispetto al fusto del portainnesto,
  • usare attak o colle simili per far aderire meglio il semenzale: se il portainnesto è in piena vegetazione produce linfa a sufficienza per una buona adesione del semenzale.

Spero che questa guida vi sia stata utile… non esitate a contattarmi per ulteriori chiarimenti. 🙂

Attendo le foto dei vostri innesti…

Buona coltivazione!