Hoya: “fiore di cera”
Famiglia: Asclepiadaceae.
Etimologia:
il nome del genere ricorda quello di Thomas Hoy, capo giardiniere di del duca di Northumberland, nel XVIII.
Provenienza:
India, Cina meridionale, Australia, Giava, Borneo, Himalaya.
Descrizione:
comprende circa 200 specie di piante perenni, sempreverdi, a portamento strisciante o rampicante. Presentano foglie di colore verde scuro, opposte, di consistenza carnose o cuoiosa, di forma ovale o lineare.
I fiori, dalla corolla traslucida di aspetto ceroso, compaiono in estate, riuniti in infiorescenze ad ombrella compatte ed emisferiche e sono molto profumati.
La specie che più si adatta alla coltivazione da noi, sia all’aperto (nelle regioni a clima più mite) sia in appartamento è Hoya carnosa. Le altre specie sono più indicate per ambienti protetti come la serra.
Temperatura:
la temperatura minima invernale non deve scendere sotto i 10-13°C.
Luce:
molto forte, per potere ottenere la fioritura, ma al riparo dai raggi solari.
Annaffiature e umidità ambientale:
le annaffiature dovranno essere regolari in estate, molto ridotte in inverno. Le piante di questo genere hanno un apparato radicale che marcisce facilmente. Sarà bene quindi lasciare asciugare il terreno tra una somministrazione e l’altra. L’umidità ambientale dovrà essere incrementata con ogni mezzo, avendo però cura di evitare che possa diventare stagnante.
Substrato:
una miscela a base di terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari:
è bene dare alla pianta un sostegno (muro o graticcio) sul quale arrampicarsi.
Moltiplicazione:
Si moltiplica per talea apicale o per propaggine. La prima, della lunghezza di 5-10 cm., deve essere prelevata dai fusti maturi. Deve essere messa a radicare in un miscuglio di torba e sabbia, mantenuto appena umido, alla temperatura di 20°C. La propaggine si può effettuare interrando leggermente un ramo flessibile, fermandolo a livello di un nodo, in un vaso contenente torba e sabbia, mantenute appena umide.
![Hoya è un genere di piante della famiglia delle Asclepiadaceae (Apocynaceae[1] secondo la classificazione APG), comprendente circa 200 specie differenti, diffuse nel sud est dell'Asia, in Australia ed in Polinesia[2]. Per la gran parte sono rampicanti, ma alcune si presentano con l'aspetto di arbusti, altre sono striscianti. Furono classificate dal botanico Robert Brown[2] che le chiamò così in onore dell'amico Thomas Hoy, capo giardiniere del duca di Northumberland, nel XVIII secolo. In Italia, e in particolare nel Mezzogiorno, la Hoya carnosa è nota anche con il nome colloquiale di Fiore di cera.](https://i0.wp.com/i178.photobucket.com/albums/w261/rokko4ever/hoya/IMG_6927.jpg)
![In genere le Hoya sono piante poco esigenti. I fusti si abbarbicano al supporto loro fornito e possono raggiungere la lunghezza eccezionale di 10 metri. Producono fiori stellati e dalla consistenza cerosa di circa 1 cm di diametro. Formano grappoli di 15-20 fiorellini di lunga durata che spesso si protrae per tutta la stagione estiva. Le tonalità variano dal rosa al giallo. Sovente sono molto profumati e ricchi di nettare. Le foglie, opposte, sono spesse[3] (carnose, quasi succulente), lanceolate, lunghe 5-10 cm dal bel colore verde acceso; in molte specie presentano alcune screziature più chiare.](https://i0.wp.com/i178.photobucket.com/albums/w261/rokko4ever/hoya/IMG_6941.jpg)
![Le Hoya amano il caldo e resistono fino a 30-34 gradi C. Alcune varietà sopportano temperature prossime allo zero centigrado per brevi periodi, se in postazione riparata dal vento e dal gelo, e senza eccessiva umidità; questo è facilitato dalla collocazione sorretta da tralicci ed accostata su pareti. Per la scarsa tolleranza all'acqua nei periodi freddi è di difficile coltivazione in piena terra, dove le radici soffrono per eccesso di umidità. Esistendo una notevole gamma di varietà, soprattutto per quanto concerne la resistenza al freddo, possono rendersi utili dispositivi di protezioni o ritiri in serra[4]. L' esposizione migliore è un'illuminazione molto forte, per potere ottenere la fioritura, ma riparata dai raggi solari diretti; infatti non si tratta di una pianta autonoma ma (per la maggior parte delle piante coltivate) di un rampicante epifita (cioè che cresce in natura nella chioma degli alberi), in ambiente tropicale, (quindi molto luminoso), ma discretamente ombreggiato dalla chioma dell'albero tutore. Le annaffiature dovranno essere regolari in estate, senza mai lasciar seccare il substrato, (specialmente Hoya bella), che deve essere ricco di detriti vegetali, e quindi molto ben drenato. Le condizioni di substrato permanentemente inzuppato sono pericolose, in quanto l'apparato radicale è piuttosto delicato e tende a marcire. Ridurre ad annaffiature a occasionali in inverno.](https://i0.wp.com/i178.photobucket.com/albums/w261/rokko4ever/hoya/IMG_6934.jpg)
