…dalla mia collezione di piante grasse e succulente:
blog di un folle appassionato di piante grasse e succulente
…dalla mia collezione di piante grasse e succulente:
Tutti a riposo per l’inverno all’interno della piccola serra!
Oggi, qui a Roma c’era una bella giornata soleggiata ma, le previsioni dicono che ci sarà un abbassamento delle temperature già da lunedì con forti piogge.
Visto che ormai siamo in autunno, ho deciso quindi di entrare e sistemare le piante grasse che finora coltivavo in terrazzo.
Purtroppo alcune son rimaste ancora fuori… i trichocereus, come l’anno scorso, li lascerò fuori sperando che la neve prevista non li danneggi troppo.
Ecco alcune delle piante grasse colonnari (e non) che andranno a finire in serra:
All’interno della serra, il reparto Mammillarie della mia compagna Stefania:
Dal lato opposto invece, ho sistemato piante grasse di specie differenti… da notare in primo piano, l’unico melocactus della mia collezione con un accenno di cefalio:
Questo invece, è il ripiano di fronte all’entrata dove ho appeso diverse specie di hoya:
Buona coltivazione! 🙂
Le hoya riprendono a fiorire!
Vi mostro la fioritura di una delle mie hoya:
Questo è la varietà più comune del gruppo pubicalyx.
Questa specie cresce molto bene e veloce. Ha foglie verdi con spruzzi d’argento. I marchi d’argento sulle foglie diventano rosa-argento quando esposti con più luce e sole. I fiori sono profumati e sono simili alla carnosa H., ma con una sfumatura più vicina al colore marrone con un centro rosa. E’ originaria delle Filippine.
Bisogna tenere questa hoya a circa 40°, ma può sopportare il gelo per brevi periodi di tempo.
In questa pagina invece, c’è l’elenco completo delle specie “publicalyx”
Come ottenere nuove piantine di hoya
Per talea si intende generalmente un sistema di riproduzione che sfrutta le enormi proprietà rigenerative dei vegetali, in particolare quella di differenziare il tessuto radicale dal tessuto indifferenziato che si trova in sottilissimi strati sottoepidermici in varie parti della pianta. Generalmente la talea si costituisce a partire di un frammento di ramo, di fusto o di radice ma esiste anche la possibilità che succeda a partire da una singola foglia.
La tecnica di talea fogliare è molto conosciuta per le sanseviere, le begonie, le saintpaulie e molte piante grasse ma sembra che con le Hoya sia anche molto facile.
O per lo meno, la prima fase è facile, quella della nascita delle radici.
Dopo , le talee fogliari di Hoya richiedono molta pazienza ma sembra che questa fatica venga a volta ripagata.
Ho trovato pochissime informazioni su internet e ancora meno nei libri su questo metodo di riproduzione delle Hoya.
Sappiamo di talee fogliare di Hoya kerrii (il classico cuore di S. Valentino) che hanno impiegato più di due anni per fare nascere una nuova foglia o rametto.
Da qualche tempo ho provato a fare radicare le foglie di tutte le Hoya che mi trovo a casa.
Ho notato che la Hoya carnosa è una specie molto robusta e radica facilmente, come pure la Hoya australis… molto più difficile invece, la Hoya kanyakumariana.
Molto più facile invece, è la talea di piccoli rametti (magari potati perché la hoya madre è diventata troppo voluminosa) immersi in acqua e lasciati per un paio di settimane in posizione ombreggiata.
Sarei felice di leggere le vostre esperienze, quindi se vi va scrivete pure qui in basso nei commenti… grazie!
Per ulteriori informazioni, ti consiglio di leggere questo articolo sul genere Hoya.
Hoya: “fiore di cera”
Famiglia: Asclepiadaceae.
Etimologia:
il nome del genere ricorda quello di Thomas Hoy, capo giardiniere di del duca di Northumberland, nel XVIII.
Provenienza:
India, Cina meridionale, Australia, Giava, Borneo, Himalaya.
Descrizione:
comprende circa 200 specie di piante perenni, sempreverdi, a portamento strisciante o rampicante. Presentano foglie di colore verde scuro, opposte, di consistenza carnose o cuoiosa, di forma ovale o lineare.
I fiori, dalla corolla traslucida di aspetto ceroso, compaiono in estate, riuniti in infiorescenze ad ombrella compatte ed emisferiche e sono molto profumati.
La specie che più si adatta alla coltivazione da noi, sia all’aperto (nelle regioni a clima più mite) sia in appartamento è Hoya carnosa. Le altre specie sono più indicate per ambienti protetti come la serra.
Temperatura:
la temperatura minima invernale non deve scendere sotto i 10-13°C.
Luce:
molto forte, per potere ottenere la fioritura, ma al riparo dai raggi solari.
Annaffiature e umidità ambientale:
le annaffiature dovranno essere regolari in estate, molto ridotte in inverno. Le piante di questo genere hanno un apparato radicale che marcisce facilmente. Sarà bene quindi lasciare asciugare il terreno tra una somministrazione e l’altra. L’umidità ambientale dovrà essere incrementata con ogni mezzo, avendo però cura di evitare che possa diventare stagnante.
Substrato:
una miscela a base di terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari:
è bene dare alla pianta un sostegno (muro o graticcio) sul quale arrampicarsi.
Moltiplicazione:
Si moltiplica per talea apicale o per propaggine. La prima, della lunghezza di 5-10 cm., deve essere prelevata dai fusti maturi. Deve essere messa a radicare in un miscuglio di torba e sabbia, mantenuto appena umido, alla temperatura di 20°C. La propaggine si può effettuare interrando leggermente un ramo flessibile, fermandolo a livello di un nodo, in un vaso contenente torba e sabbia, mantenute appena umide.