Tutti a riposo per l’inverno all’interno della piccola serra!
Oggi, qui a Roma c’era una bella giornata soleggiata ma, le previsioni dicono che ci sarà un abbassamento delle temperature già da lunedì con forti piogge.
Visto che ormai siamo in autunno, ho deciso quindi di entrare e sistemare le piante grasse che finora coltivavo in terrazzo.
Purtroppo alcune son rimaste ancora fuori… i trichocereus, come l’anno scorso, li lascerò fuori sperando che la neve prevista non li danneggi troppo.
Ecco alcune delle piante grasse colonnari (e non) che andranno a finire in serra:
Angolo del terrazzo “roccioso”
All’interno della serra, il reparto Mammillarie della mia compagna Stefania:
Alcune mammillarie
Dal lato opposto invece, ho sistemato piante grasse di specie differenti… da notare in primo piano, l’unico melocactus della mia collezione con un accenno di cefalio:
Il ripiano alto all’interno della serretta
Questo invece, è il ripiano di fronte all’entrata dove ho appeso diverse specie di hoya:
Alcune hoya appese ad uno scaffale…ed infine, ecco il risultato all’interno della piccola serra… ormai si passa a stento e purtroppo per arrivare al ripiano in fondo bisogna stare attenti a non pungersi!
Una delle ibridazioni che sto cercando di fare da tanto tempo è proprio questa: tra ferocactus (madre) e leuchtembergia principis (padre).
Finora non ci sono riuscito; a volte perché le piante non fiorivano nello stesso periodo oppure perché c’era poco polline.
Spero quest’anno di riuscirci finalmente! 🙂
Ibrido di Ferobergia
Etimologia Il nome di questo genere ibrido deriva dai nomi contrattati dei due generi genitori: “Ferocactus” e “Leuchtembergia” da cui questa pianta viene originata. La “X” prima del nome significa “ibrido”.
Descrizione E’ un ibrido intergenere, ottenuto incrociando una delle varie specie di Ferocactus (come femmina) e una Leuchtenbergia principis (come maschio). Questi ibridi sono molto variabili, grazie alla intersezione di caratteri derivanti dai genitori. La lunghezza dei tubercoli e delle spine sono molto differenti tra gli ibridi ottenuti, ed infatti si ottengono una grande varietà di forme in coltivazione. A volte una piantina perde un po’ di clorofilla diventando una pianta grassa variegata.
Solitamente i tubercoli sono più o meno lunghi, a tre lati. Le areole si trovano sulle punte di tubercoli. Alcuni ibridi di Ferobergia producono piccole gocce di nettare da ghiandole areolari come succede nei Ferocactus.
Le spine invece molto variabili. Alcune piante le hanno lunghe, innocue, simili a quelli di Leuchtenbergia; mentre altri ibridi l hanno corte e robuste, a volte anche uncinate (più simili a quelle dei Ferocactus).
I fiori sono in genere gialli, ma a volte anche rosa o viola.
Coltivazione Molti appassionati e collezioni di piante grasse, coltivano questo ibrido da seme. Per la semina, in genere, si utilizza una miscela minerale con una buona capacità di drenaggio.
La frequenza delle annaffiature è quella comune a tutte le piante succulente con particolare attenzione agli ibridi variegati, cioè privi di clorofilla specie se non innestati e quindi su proprie radici. La mancanza di acqua farà la punta dei tubercoli gialla. Mantenere asciutta la pianta a temperatura non inferiore a 5 ° C in inverno, anche se tollera brevi periodi fino a -5 gradi.
Questo ibrido di Ferobergia ha una forte radice a fittone, e dovrebbe quindi avere un vaso più profondo piuttosto che largo. Va coltivata a mezz’ombra.
Propagazione Principalmente per seme ed anche per innesto. Raramente per innesto dei tubercoli.
E’ molto bello rivedere dopo tanto tempo le foto delle proprie piante grasse, soprattutto quando ti accorgi che alcune sono cresciute a dismisura!
Eccovi allora, alcune foto delle mie piante succulente:
Particolare dell’apice di una pelecyphora aselliformisForma mostruosa della mammillaria bocasanaParticolare “spinoso” di uno dei miei ferocactusFioritura di echinofossulocactus o stenocactus lamellosus
Ovviamente non potevano mancare foto del mio genere preferito:
Apice di un astrophytum myriostigma cv.Onzuka forma tricostatumDoppia fioritura di astrophytum asterias cv.superkabuto
…e “dulcis in fundo” il frutto di uno dei miei astrophytum caput-medusae con tanti semini! 🙂