reportage

Spulciando nel mio vecchio hard-disk…

E’ molto bello rivedere dopo tanto tempo le foto delle proprie piante grasse, soprattutto quando ti accorgi che alcune sono cresciute a dismisura!

Eccovi allora, alcune foto delle mie piante succulente:

La Pelecyphora aselliformis - raggiunge circa 5 cm di diametro, di forma globulare che con l'invecchiamento diventa cilindrica, ha tubercoli grigio-verdi appiattiti lateralmente, le spine sono piccole e i fiori hanno un colore violaceo.
Particolare dell’apice di una pelecyphora aselliformis
La Mammillaria bocasana è una pianta appartenente alla famiglia delle cactacee, del genere Mammillaria. E’ originaria del Messico centrosettentrionale, fu ritrovata per la prima volta nella località Sierra de bocas e per questo ne prende il nome. E’ una delle piante succulente più diffuse, presenta un fusto globoso generalmente di quattro o cinque centimetri di diametro, di colore verde chiaro o verde scuro, si riproduce molto facilmente creando grossi gruppi. Ha dei tubercoli sottili di forma vagamente conica disposti a spirale. Le spine sono radiali e di colore bianco, hanno una lunghezza media di 2 cm e sono costituite da gruppi di peli setolosi. I fiori generalmente sono color crema hanno piccole dimensioni e sono prodotti in modo molto abbondante dalla pianta.
Forma mostruosa della mammillaria bocasana
I Ferocactus sono un genere di piante succulente appartenenti alla famiglia delle Cactaceae (sottofamiglia Cactoideae, tribù Cacteae). La pianta si presenta di forma globosa per poi diventare cilindrica in età adulta (anche se alcune specie rimangono globose o globose-schiacciate). In habitat le piante possono misurare dai circa 30 cm. di altezza e diametro del Ferocactus viridescens, fino ad arrivare eccezionalmente ad altezze di 4 metri e 80 cm. di diametro (Ferocactus diguetii). Le spine sono forti, dure, diritte, più o meno uncinate all'apice, di colore rosso, rosso-marrone o gialle. I fiori che si formano all'apice della pianta sono di forma campanuliforme variamente colorati dal rosso al giallo, arancioni o viola. Originariamente quasi tutte le specie erano classificate nell'allora vasto genere Echinocactus poi successivamente furono distaccate da esso per alcune differenze nei fiori, nei frutti e nei semi. Il nome generico di questo genere (fondato da Britton e Rose nel loro classico lavoro "The cactaceae" pubblicato in quattro volumi tra il 1919 e il 1923) deriva dalla parola ferus-wild, fierce (feroce) e cactus, in riferimento alle spine molto dure e taglienti. I Ferocactus sono piante robuste ed amanti del sole in grado di sopportare anche parecchi mesi di siccità. In coltivazione molte specie non possono raggiungere le dimensioni dei luoghi d'origine ma con un appropriato metodo di coltura ed una adeguata esposizione, si possono ottenere piante sane, di ragguardevoli dimensioni, con spine robuste e in grado di giungere a fioritura.
Particolare “spinoso” di uno dei miei ferocactus
Lo Stenocactus è una pianta originaria dell'America Centrale, in particolare del Messico. Questa succulenta si presenta in forme globulari o, più raramente, leggermente cilindriche. Presenta molte costolature su cui si ergono spine spesse e piatte. La sua larghezza oscilla fra i 10 e i 15 cm, ma la sua altezza è piuttosto modesta. Produce dei bellissimi fiori bianchi con striature rosse. Questa pianta succulenta è una specie molto facile dacoltivare, ed è infatti una pianta molto rustica. La temperatura minima che riesce a sopportare è di circa 5° sotto zero, ma la sua temperatura ideale è sui 25° circa. Può fiorire molto precocemente, già a partire da aprile. Deve essere sempre annaffiata abbondantemente da aprile ad ottobre, mentre d'inverno è meglio lasciarla a riposo bagnandola solo una volta ogni mese circa.
Fioritura di echinofossulocactus o stenocactus lamellosus

Ovviamente non potevano mancare foto del mio genere preferito:

L'Astrophytum (Lemaire 1839) è un genere di pianta succulenta appartenente alla famiglia delle cactacee. Il suo nome deriva dal greco astèr (stella), per la caratteristica forma a costole che dall'alto lo fa somigliare ad una stella e phytòn (pianta). È originario di alcuni areali delimitati del Messico e vive normalmente in terreni semi-aridi e leggermente calcarei.  Gli Astrophytum hanno un fusto globuloso formato da quattro ad otto sezioni divise tra di loro da solchi più o meno profondi. I fiori gialli o giallo-rossi si sviluppano dalle areole presenti alla sommità del fusto.  L'elemento maggiormente caratterizzante gli Astrophytum rispetto alle altre cactaceae è la presenza di numerosi puntini bianchi in rilievo sparsi in misura più o meno rilevante sul fusto di tutte le specie appartenenti a questo genere. Il loro ruolo non è ancora stato ben definito dalla letteratura scientifica, tuttavia si ritiene che la loro funzione principale sia quella di favorire la mimetizzazione della piante negli ambienti rocciosi in cui sono normalmente inserite, allo scopo di ridurre la possibilità di distruzione da parte di animali fitofagi. Si ritiene che altre funzioni possano essere legate alla protezione del fusto dai raggi solari e alla capacità di trattenere più efficacemente l'umidità.
Apice di un astrophytum myriostigma cv.Onzuka forma tricostatum
L'Astrophytum necessita di un terriccio molto poroso composto da terra, torba e sabbia, con una piccola aggiunta di calce agricola. Le annaffiature dovranno essere regolari avendo molta cura che non si formino residui di acqua, la terra dovrà essere molto asciutta tra una annaffiatura e l'altra perché la pianta è molto sensibile al marciume.  Durante il periodo invernale le annaffiature dovranno essere sospese del tutto e la pianta non dovrà essere esposta a una temperatura inferiore ai 4 °C. I rinvasi possono essere eseguiti anche ogni tre o quattro anni considerata la lentezza della sua crescita.  La riproduzione avviene per seme; il suo grosso seme andrà depositato, senza essere pressato, in un letto di terra mista a sabbia e mantenuto ad una temperatura di circa 21 °C: inizierà a germogliare in brevissimo tempo.
Doppia fioritura di astrophytum asterias cv.superkabuto

…e “dulcis in fundo” il frutto di uno dei miei astrophytum caput-medusae con tanti semini! 🙂

Astrophytum caput-medusae (Velazco & Nevarez) 2003 - Dapprima considerato genere a sé stante e nominato Digitostigma caput-medusae nel 2002, successivamente alcuni caratteri morfologici hanno fatto rientrare questa pianta nel genere Astrophytum. Il fiore è in tutto simile a quello dell'astrophytum myriostigma, tanto da far supporre inizialmente che questa specie fosse una deformazione genetica spontanea di quest'ultimo. La forma dell'Astrophytum caput-medusae è completamente diversa rispetto a quella degli altri astrophytum. Esso è caratterizzato da alcuni tubercoli che si dipartono da una radice carnosa e che portano sia i caratteristici puntini che le areole dalle quali si sviluppano i fiori e i frutti.
Semi di astrophytum digitostigma

Se vi piacciono, metterò presto altre foto… 🙂