coltivazione, reportage

Spulciando nel mio hard-disk… (2a parte)

Eccovi un altro “assaggio” di alcune mie piante grasse ripescate da un vecchio hard-disk… spero vi piacciano! 🙂

Il genere Mammillaria è il più numeroso e diffuso genere di piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae. Ad esso appartengono oltre 300 specie di piante, diverse per caratteristiche e struttura. Il nome deriva dal greco mamilla (mammella) in riferimento alla forma dei tubercoli più o meno grandi presenti in ogni specie.
Mammillaria rekoi spp.rekoi
Le piante hanno tutte fusti globulari o cilindrici solitamente bassi; possono essere sia ramificanti che accestenti. I tubercoli, di forma varia (cilindrici, conici, tetragonali), sono forniti di un'areola più o meno lanosa provvista di spine. Queste, differenziate in radiali e centrali, hanno forma, lunghezza e consistenza le più varie. In molte specie del genere una o più spine centrali sono uncinate. La robustezza di alcune di esse è tale da essere utilizzate, dalle popolazioni locali, come ami da pesca. Tra i tubercoli vi è l'ascella, a seconda delle specie glabra o lanosa. Da qui avviene la fioritura che nel genere Mammillaria è periapicale (in altre specie di cactaceae la fioritura è areolare). Il fiore è piccolo (ma alcune specie hanno fioriture vistose per dimensioni e colore dei fiori), di colore rosa o fucsia o bianco o giallo (verde nella M. marksiana)o variegato. L'anno successivo alla fioritura l'ascella fiorita emetterà il frutto, generalmente allungato e di color rosso (può essere anche verde pallido, giallo, bruno), edule in alcune specie. L'apice è generalmente lanoso. Alcune specie di Mammillaria, appartenenti al sub genere Galactochylus (Mammillaria s.s.), se incise emettono un lattice di aspetto simile a quello delle euphorbiae.
Setiechinopsis mirabilis… i fiori si aprono di notte.
Il genere Euphorbia L. comprende un vasto numero di piante dicotiledoni della famiglia delle Euphorbiaceae, erbacee o legnose a seconda della specie.  Il termine Euphorbia deriverebbe dal nome del medico greco Euphorbus, che utilizzava il succo lattiginoso prodotto da queste piante nelle sue pozioni. Era il medico personale di Giuba II e fu questo dotto sovrano a denominare così in suo onore la pianta, all'interno di un trattato che scrisse per illustrarne le virtù terapeutiche.
Particolare di seme di Euphorbia greenway
Thelocactus - Pianta della famiglia delle Cactacee il cui nome è formato dal greco "thelè", che vuol dire "capezzolo", e da cactus, che si riferisce ai grossi tubercoli posti sulle costolature della pianta.  Originaria del Messico e dell'America meridionale, la thelocactus ha forma arrotondata o leggermente ovoidale con costolature appiattite e ricoperte da tubercoli molto evidenziati le cui cime sono munite di grosse spine aureolari. Comprende 17 specie.  La coltivazione di questa pianta (come quella di tutte le cactacee), vuole un terriccio molto drenante, composto da terra concimata e da sabbia grossolana in modo da permettere un buon drenaggio e impedire il ristagno dell'acqua che causerebbe il marciume del fusto.  Le thelocactus devono essere piantate in vasi non molto grandi, di una misura appena superiore alla pianta, ma siccome la loro crescita è abbastanza rapida, necessiterà di un rinvaso che avverrà in primavera, almeno ogni due anni. La sua esposizione richiede piena luce e pieno sole, le innaffiature andranno fatte solo quando la terra apparirà asciutta; in inverno dovrà essere conservata a una temperatura che non scenda sotto i 4 °C e le innaffiature sospese.  La sua riproduzione avviene quasi sempre per seme, siccome la pianta difficilmente produce polloni, il seme va posto in una composizione di terriccio e sabbia molto fini e umidi e conservati ad una temperatura di 21 °C in posizione ombreggiata.
Thelocactus bueckii in fiore
Oreocereus – Pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae originaria della Bolivia e del Perù; il suo nome deriva dal greco "òros" (montagna). Ha forma colonnare e nel suo habitat originario può raggiungere un metro di altezza, può ramificare alla base e il fusto è coperto di peli e setole bianche dai quali spuntano delle spine colorate. Il terreno che richiede questo genere di pianta è poroso composto da terra concimata e sabbia molto grossolana, le annaffiature dovranno essere regolari da aprile a settembre e completamente sospese durante l'inverno. La posizione ottimale è di pieno sole, nel periodo invernale sopportano una temperatura fino a 4 °C possono comunque resistere anche al gelo per brevi periodi.  La riproduzione avviene per seme i quali andranno depositati su un letto di sabbia umida e conservati ad una temperatura di 21 °C e, qualora le piante producano dei getti o polloni ai lati del fusto, per talea la quale andrà interrata dopo aver fatto asciugare bene la parte tagliata; la riproduzione per talea va eseguita nel periodo estivo.
Oreocereus celsianus – una delle mie prime piante acquistate in un supermercato
Schlumbergera è un genere di piante della famiglia delle Cactaceae, originario dell'America tropicale e più precisamente del Brasile; appartiene ai "cactus epifiti"; le sue poche specie sono tutte facilmente coltivabili ed hanno una fioritura molto intensa e diversificata stagionalmente. Ha steli piatti a fusto che si susseguono fino a formare un ramo e che fioriscono prevalentemente in primavera (eccetto alcune sottospecie che fioriscono fra l'autunno e l'inverno), tanto da farla definire cactus di Pasqua. Nel tipo più affine allo Zygocactus fiorisce, per converso, nel periodo che precede il Natale e perciò è detta anche cactus di Natale.
Fioritura di Schlumbergera… detta anche “Cactus di Natale”
Le Crassulacee sono una famiglia di piante dicotiledoni in passato classificate nell'ordine Rosales, ma che in base alla moderna classificazione filogenetica andrebbe inserita nell'ordine Saxifragales.
Forma mostruosa di Crassula ovata
Echeveria è un genere di piante succulente appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, originario del Messico. Il nome è stato dato in onore del pittore messicano Atanasio Echeverria, famoso per i suoi dipinti di piante. Hanno foglie piatte e carnose, disposte a rosetta; i fusti in età adulta si ramificano producendo una gran quantità di plantule le quali possono essere staccate dalla pianta madre per generare nuove piantine. I fiori sono di lunga durata.
Echeveria

…presto altre foto! 🙂

 

Riciclo creativo - Cactus diy

Realizzare un appendivasi per le nostre hoya

Un originale appendi-vasi “fatto a mano” per tutte le piante succulente dal portamento ricadente

In questo tutorial, vi spiegherò come creare un appendivasi per le nostre piante grasse dal portamento ricadente quali crassule, hoya ecc.
La realizzazione è veramente molto semplice ed il materiale utilizzato è poco ed economico.

Materiale usato: portavasi, spago colorato (circa 3 mm di diametro) o una corda a vostro piacimento, gancio a S.

Un appendivasi molto carino ed economico per le piante succulenti dal portamento ricadente.
Passo 1: Il primo nodo al centro del portavasi

Innanzitutto tagliate 4 pezzi di corda o spago della stessa lunghezza.
In questo tutorial, ho fatto 4 pezzi da 1 metro ciascuno ma, la lunghezza dipende soprattutto dal diametro del portavasi e dall’altezza che volete dare al portavasi una volta appeso… fate diverse prove.

Passo 1: Capovolgete il portavasi ed annodate le quattro corde ottenute al centro della loro lunghezza.
Posizionate poi il nodo creato al centro del fondo del portavasi.

Annodando le varie corde si inizia ad ottenere la trama che sosterrà poi il portavasi per appendere le nostre hoya, crassule ecc.
Passo 2: Secondo nodo in linea con il bordo inferiore del portavasi.

Passo 2: A questo punto, prendete due estremi di una corda ed annodateli tra loro facendo attenzione a posizionare il nodo leggermente al di fuori del bordo inferiore del portavasi.

Le hoya, le crassule e più in generale tutte le piante succulente dal portamento ricadente possono essere appese con dei portavasi.
Passo 3: Continuo a fare gli altri nodi fino ad arrivare al quarto.

Passo 3: Continuo in questo modo a fare tutti gli altri tre nodi fino a completare i quattro nodi che si posizioneranno alla base del nostro portavasi.

Le piante grasse come le hoya, le crassule ed altre si adattano molto bene alla coltivazione su portavasi appesi. Infatti il loro portamento in genere è ricadente o rampicante.
Passo 4: I quattro nodi alla base del nostro portavasi

Passo 4: I quattro nodi alla base del portavasi daranno maggiore stabilità al vaso appeso ed eviteranno lo spostamento, soprattutto durante le giornate ventose.

Le piante succulente dal portamento ricadente o rampicante possono adattarsi alla coltivazione con dei vasi appesi.
Passo 5: Continuando a fare i nodi si inizia ad intravedere la “trama” di spago che sosterrà il portavasi.

Passo 5: Ora dovete prendere due fili, uno proveniente da un nodo e l’altro filo proveniente dal nodo accanto.
Annodateli insieme e procedete in questa maniera anche per gli altri fili.
Se il portavasi non è troppo grande, questa seconda “fila” di nodi dovrebbe posizionarsi a circa la metà dell’altezza del portavasi.

Un tutorial molto semplice per creare un portavasi appeso solo con l'uso di spago colorato e qualche nodo.
Passo 6: Il risultato finale!

Passo 6: Ultimo passo!
Continuate ad annodare a coppia i fili (come visto nel passo 5), posizionando i nodi poco al di sopra del bordo superiore del portavasi.
Fatti tutti e quattro i nodi, capovolgiamo il portavasi, posizioniamo bene l’intreccio di spago che abbiamo appena creato ed annodiamo insieme tutti i fili alla fine.

Et voilà! …il gioco è fatto!

Il portavasi intrecciato in questo modo si può appendere con l’utilizzo di un gancio a S e coltivare tutte le nostre piante succulenti dal portamento ricadente o rampicante.

Visto com’è semplice e… sicuramente di bell’effetto, no?

…ciao! 🙂