fioriture

Hoya publicalyx cv. “silver pink”

Le hoya riprendono a fiorire!

Vi mostro la fioritura di una delle mie hoya:

La tassonomia dei generi di Hoya è molto complicata e in costante aggiornamento, la gran maggioranza di specie di Hoya ad oggi conosciute è stata introdotta in coltivazione successivamente al 1990, e tutt'ora esistono numerosissime specie mai identificate tenute in collezione con nomi come Hoya sp., Hoya sp. seguito dal paese in cui è stata raccolta o Hoya sp. seguito da un numero assegnato dal singolo possessore della pianta. Inoltre molte zone da cui originano le Hoya sono ad oggi ancora inesplorate. Ed ancora, esistono diversi generi di piante strettamente legati al genere Hoya, come le Dischidia, Absolmsia, Micholitzia, Eriostemma, Centrostemma, e alcune piante ad oggi conosciute entrano ed escono da questi generi per essere associate o escluse dal genere Hoya. Ultimamente si sta cercando di fare chiarezza associando alla classificazione di Linneo la moderna tecnica di classificazione con DNA, il procedimento è costoso e quindi lento.  Appreso questo è impossibile stabilire con certezza per il momento quante specie appartengono al genere Hoya, quindi in base alle classificazioni di diversi studiosi e appassionati si va dalle 90 alle oltre 300 specie.
Fioritura Hoya Publicalyx cv.”silver pink”
Le foglie delle Hoya possono essere molto differenti tra loro, sono sempre (tranne per la H. imbricata) prodotte in coppie opposte all'altezza di un nodo del fusto della pianta. Le foglie delle Hoya che crescono in ambienti più secchi sono succulente, appunto per non disidratarsi velocemente, mentre quelle che crescono in ambienti più costantemente umidi sono più ampie e sottili. Alcune come quelle delle Hoya linearis sono strette e affusolate e differiscono notevolmente da quelle delle altre Hoya.  I fusti delle Hoya possono essere rampicanti, striscianti e in alcuni casi eretti e cespugliosi.
Una macro particolare dei fiori

Questo è la varietà più comune del gruppo pubicalyx.
Questa specie cresce molto bene e veloce. Ha foglie verdi con spruzzi d’argento. I marchi d’argento sulle foglie diventano rosa-argento quando esposti con più luce e sole. I fiori sono profumati e sono simili alla carnosa H., ma con una sfumatura più vicina al colore marrone con un centro rosa. E’ originaria delle Filippine.
Bisogna tenere questa hoya a circa 40°, ma può sopportare il gelo per brevi periodi di tempo.

In questa pagina invece, c’è l’elenco completo delle specie “publicalyx”

Fiere e mostre, reportage

Scarascia Cactus

Scarascia Cactus & Succulente di Antonio Scarascia
prov.le Tricase-Montesano (LE)

Situato tra i grandi olivi del basso salento, nel cuore di una natura incontaminata, Scarasciacactus & Succulente è un vivaio a conduzione familiare di medie dimensioni.
La vantaggiosa posizione geografica che permette di avere lunghi periodi vegetativi (da marzo a fine settembre) facilita la coltivazione, a cielo aperto, di molte specie.
L’obiettivo di questa coltivazione in piena terra, che rispecchia le condizioni naturali di crescita, è di ottenere esemplari vigorosi e ben adattati, pronti ad abbellire i Vostri giardini.

Le attività del vivaio Scarascia vanno dalla riproduzione di piante tramite semina alla vendita degli esemplari adulti, dalla realizzazione di giardini rocciosi alla propagazione di esemplari rari, mostruosi e crestati.
Quella della propagazione delle piante crestate e mostruose su innesto è una delle specializzazioni del vivaio Scarascia; il numero di queste specie è di circa 200 esemplari.

Differenti serre ospitano le piante nelle diverse fasi della loro crescita; dalla serra attrezzata per accogliere le seminiere a quella della crescita delle piantine negli alveoli a quella del trapianto in piena terra.
Il vivaio, situato sulla provinciale Montesano-Tricase, è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00. Per evitare spiacevoli inconvenienti si prega di avvisare telefonicamente prima di ogni visita.

OT, reportage

Il mio hobby “cactofilo”… come tutto ebbe inizio…

La mia passione per le piante grasse

Com’è nata la mia passione per le piante succulente e come ho iniziato a coltivarle e collezionarle?
Bè… direi abbastanza casualmente ed in maniera graduale…

Diversamente a quanto in genere si crede, le piante grasse hanno bisogno di cura e di concime, in particolare di fosforo e di potassio, poco azoto; il periodo migliore per la concimazione è quello invernale, fino a marzo, così da preparare la pianta alla crescita propria del periodo primaverile. Preferibilmente è meglio utilizzare concimi liquidi in quanto le piante grasse non sopportano la persistenza di sali nel terreno.
Notocactus megapotamicus

Ero ritornato da Milano, dopo la mia esperienza lavorativa, e mia madre aveva delle piante grasse che erano perlopiù “buttate” sul terrazzo di casa e coltivate senza particolari attenzioni.
Navigando poi su Internet nel tempo libero, ho incontrato diversi forum di piante grasse ed in particolare, iniziai a frequentare il forum dell’associazione Cactus&Co.

Non l’avessi mai fatto!!! 🙂

Da quel periodo, vedendo le foto dei collezionisti e degli altri appassionati di piante succulente sparsi in tutta Italia, ho iniziato a documentarmi ed appassionarmi a questo genere di piante.

Ho iniziato quindi a fare i primi rinvasi delle piante grasse già presenti in casa, seguendo scrupolosamente le indicazioni trovate sui vari forum.

Una cosa che le piante grasse mal sopportano proprio è il ristagno dell'acqua; una scelta errata del terreno può essere  causa della morte della pianta, anche in breve tempo. Tutte le piante grasse prediligono un terreno acido e poroso, così da lasciar passare aria e acqua. Un ottimo terreno su cui impiantare piante grasse si può ottenere mescolando terra di campo o di giardino, sabbia, per avere effetto drenante e terriccio di foglie per ottenere un buon apporto organico. Solitamente si usa inserire un po' di sassolini sul fondo del vaso appunto per favorire il deflusso dell'acqua in modo che non ristagni in prossimità delle radici.
Matucana polzii acquistata online

Il primo rinvaso che feci è stato quello di un astrophytum ornatum, che potete vedere in questo articolo. e successivamente un echinocactus grusonii, detto anche “cuscino della suocera”.

Ne seguirono altri di rinvasi ed arrivò anche il primo ordine online… allora infatti non conoscevo la mia zona, non conoscevo vivai specializzati e non sapevo soprattutto che il Salento c’erano molti appassionati di cactus… alcuni anche molto noti sia a livello nazionale che internazionale.

 

Nell’estate del 2006, avevo il mio angoletto di terrazzo con alcune specie molto comuni di piante grasse:

Il problema principale di chi acquista una pianta grassa che vorrebbe veder crescere nel proprio appartamento è rappresentato dal fatto di riuscire a non farla morire entro breve tempo, come succede in molti casi; in linea generale, per aver cura delle nostre piante ed evitare questo spiacevole epilogo è sufficiente seguire alcune semplici regole. Vediamo quali. Pur dividendosi in moltissime specie con caratteristiche diverse le piante grasse hanno in comune l'adattamento ad ambienti con clima arido; per poter sopravvivere in tali ambienti queste piante hanno sviluppato "tecniche" specifiche che permettono loro di sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni stagione. Infatti nelle stagioni particolarmente umide e piovose, le piante grasse hanno la capacità di accumulare grandi quantità d'acqua nei loro tessuti  che andranno poi ad utilizzare nei periodi caldi e con particolare siccità.
Il primo piccolo “angolo roccioso”
Allo stato selvatico queste piante sono abituate a lunghi periodo di siccità per poi dover affrontare violente alluvioni. Nella coltivazione domestica, in estate, quando fa molto caldo, le piante all'aperto si possono annaffiare una volta ogni quattro giorni, non prima, comunque, che la terra sia asciugata tra un annaffiatura e l'altra. Nel periodo invernale invece, limitare l'apporto di acqua ad una volta al mese e se le piante sono all'aperto, sospendere completamente l'annaffiatura. Ricordiamo che al fine di mantenere le piante grasse in ottima salute è indispensabile che abbiano una buona esposizione alla luce.
Una delle prime piante: Euphorbia Trigona

…ed in alcuni casi, vedendo le foto in habitat delle piante succulente, mi divertivo a creare un ambiente pseudo-naturale in alcuni vasi:

Le piante grasse vivono benissimo all'aria aperta, me nel periodo invernale, se vogliamo aver cura delle nostre piante,  dobbiamo fare attenzione a non lasciarle esposte ad una temperatura inferiore ai 5°; nei luoghi con inverni rigidi è bene tenerle all'esterno nel periodo che va da aprile e settembre, mentre fino a marzo si possono ritirare in casa e tenerle in un ambiente non caldo, l'ideale sarebbe sui 10°, con molta luce  e ricircolo d'aria. Per il periodo estivo non vi sono particolari problemi, esse sopportano temperature oltre i 30° per poi "riposarsi" durante la notte.
Mammillaria gracilis

Dopo tanti anni, continuo a coltivare e seminare le piante grasse… con alti e bassi, periodi in cui non ho tempo a periodi in cui ci sono altre priorità… nella speranza che un giorno, possa anch’io avere un piccolo pezzetto di giardino dove poter realizzare un bell’angolo roccioso! 🙂

Rinvasatura: A causa della loro lenta crescita le piante grasse possono tranquillamente essere rinvasate una volta ogni due anni; questo procedimento va fatto a febbraio - marzo, prima del risveglio della pianta, scegliendo un vaso con un diametro di un centimetro in più rispetto al precedente; le piante grasse, a differenza di quelle a foglie, non hanno bisogno di molta terra. Per una buona "cura" delle piante grasse l'operazione del rinvaso è necessaria in quanto col tempo la terra si "impoverisce" e soprattutto diventa dura e compatta non permettendo un buon deflusso dell'acqua e impedendo la circolazione dell'aria.
Mammillaria luethyii
Scelta del vaso: La prima cosa che va verificata è la presenza di almeno un foro sul fondo per poter permettere il drenaggio dell'acqua. Per quanto riguarda le dimensioni è sempre meglio prediligere un vaso largo piuttosto che alto, questo per far si che la terra asciughi più rapidamente evitando così un pericoloso ristagno dell'acqua. Per calcolare le dimensioni del vaso è bene lasciare tre o quattro centimetri dal fusto della pianta al bordo del vaso, mentre per il materiale, in commercio troviamo vasi in plastica ed in terracotta.
Lobivia aurea

Buona coltivazione! 😉