coltivazione, innesti

Il portainnesto ideale

I vari portainnesto da usare per le piante grasse: vantaggi e svantaggi

 

 

 

 

Myrtillocactus geometricans

E’ in assoluto il portainnesto più utilizzato e più comune da trovare.
Io ho iniziato i miei primi innesti proprio con delle talee radicate di myrtillocactus o qualche piantina seminata due-tre anni prima.
Crescono molto velocemente ed è un portainnesto ideale per semenzali di circa 5-6 mesi di vita.
E’ una pianta che non deforma molto la marza ma, ho notato, che soffre molto il freddo ed ho avuto anche qualche esperienza negativa con l’estremo caldo… nel senso che possono soffrire le giornate calde d’estate se lasciati in una serra con poca areazione.

Harrisa jubertii

Questo è stato il terzo tipo di portainnesto che ho iniziato ad usare, dopo le pereskiopsis.
Ho notato che rispetto ai myrtillocactus sono più resistenti al freddo e ultimamente li sto preferendo ai primi.
Ho visto anche che non penetra molto all’interno della marza, per cui è ideale se si pensa di riaffrancare la marza successivamente.

Hylocereus undatus

E’ una pianta molto utilizzata in Giappone, Thailandia.
Rispetto ai primi due portainnesto, è una pianta molto vigorosa e per questo da uno stimolo di crescita non indifferente alla marza che quindi, molte volte, cresce velocemente e pollona.
Ha però il difetto di penetrare molto all’interno della marza, per cui la riaffrancatura è più difficile.
Personalmente, non ho ancora avuto modo di usare questa pianta.

Opuntia compressa

E’ una pianta utilizzata molto raramente per gli innesti.
All’inizio ho provato anch’io ad usarla per semenzali di 4-5 settimane di vita, con scarsi successi.

Pereskiopsis

Pianta molto utilizzata per l’innesto di piccoli semenzali, anche di qualche giorno.
Permette di vedere subito le caratteristiche della pianta (specie se è una cultivar) ed in molti casi porta la marza già in fioritura dopo 12-18 mesi dall’innesto.
Soffre un po’ il freddo e, personalmente, durante le giornate invernali più calde continuo ad innaffiarle (in genere una volta al mese).
A causa delle ridotte dimensioni del fusto, la marza innestata su pereskiopsis deve poi essere reinnestata su un altro portainnesto più vigoroso.

Ferocactus glaucescens

Ho visto usare questa pianta per effettuare portainnesto bassi, per esempio per gli ariocarpus.
E’ molto utilizzata la varietà “inermis”, cioè senza spine.
Resiste molto bene alle basse temperature.

 

impollinazione, reportage

Astrophytum cultivars

La mia lista dei desideri

Girovagando su Facebook, ho avuto modo di conoscere in questi ultimi anni molti appassionati del genere Astrophytum.

Per ragioni molto pratiche, dato che fino all’anno scorso ero impegnato con gli studi universitari, molti di questi appassionati sono di gran lunga più avanti di me nella loro collezione… ma, ovviamente, non è una gara!

Vi posto quindi alcuni astrophytum della mia “lista dei desideri”:

Astrophytum Myriostigma Cv. Hanakago
Astrophytum Myriostigma Cv. Hanakago
asterias variegato
Asterias variegato
astrophytum cultivar giapponese
Astrophytum cultivar giapponese
Ibrido variegato di digitostigma, detto anche caput-medusae
Ibrido di Digitostigma
Astrophytum asterias superkabuto
Astrophytum asterias superkabuto “snow-white”
Coahuilense kikko
Coahuilense kikko

…oltre a tutte le cultivar di asterias dal fiore rosso!

Belle vero? 🙂

 

semina

Semine pasquali… le plantule crescono!

…aggiornamento…

L'Astrophytum (Lemaire 1839) è un genere di pianta succulenta appartenente alla famiglia delle cactacee. Il suo nome deriva dal greco astèr (stella), per la caratteristica forma a costole che dall'alto lo fa somigliare ad una stella e phytòn (pianta). È originario di alcuni areali delimitati del Messico e vive normalmente in terreni semi-aridi e leggermente calcarei.  Gli Astrophytum hanno un fusto globuloso formato da quattro ad otto sezioni divise tra di loro da solchi più o meno profondi. I fiori gialli o giallo-rossi si sviluppano dalle areole presenti alla sommità del fusto.  L'elemento maggiormente caratterizzante gli Astrophytum rispetto alle altre cactaceae è la presenza di numerosi puntini bianchi in rilievo sparsi in misura più o meno rilevante sul fusto di tutte le specie appartenenti a questo genere. Il loro ruolo non è ancora stato ben definito dalla letteratura scientifica, tuttavia si ritiene che la loro funzione principale sia quella di favorire la mimetizzazione della piante negli ambienti rocciosi in cui sono normalmente inserite, allo scopo di ridurre la possibilità di distruzione da parte di animali fitofagi. Si ritiene che altre funzioni possano essere legate alla protezione del fusto dai raggi solari e alla capacità di trattenere più efficacemente l'umidità.
Plantule di cultivar di astrophytum

Ad un mesetto dalla semina, le plantule dei miei astrophytum continuano a crescere.
Per il momento non sono ancora “caratterizzate” ma ho notato che qualche semenzale è più chiaro di altri… magari sarà variegato!

Appena le temperature minime si stabilizzano, qui a Roma raggiungono ancora i 14° C, procederò con qualche innesto… utilizzando magari come portainnesto i pereskiopsis o qualche eriocereus o myrtillocactus seminati l’anno scorso.

I vasetti sono ormai da una settimana senza il sacchetto utilizzato per le prime settimane. Li ho solo coperti con un pezzo di policarbonato bianco e posizionati in uno scaffale riparato all’interno della serra che riceve parzialmente il sole in alcuni momenti della giornata.

Presto vi aggiornerò sui nuovi sviluppi.

Intanto, se siete curiosi, potete leggere l’articolo relativo alle semine pasquali.

Buona semina! 🙂

 

coltivazione

Rinvasare le piante grasse

CactusFollia

Scegliere il miglior substrato per il rinvaso delle nostre piante

Il rinvaso delle piante succulente è molto semplice ma va fatto con la giusta tecnica.Il rinvaso delle piante grasse va effettuato in linea generale ogni 2-3 anni preferibilmente in primavera (marzo-aprile) o quando risulta necessario cioè, per esempio, se le radici escono dai fori di scolo o il vaso risulta troppo piccolo per il fusto (con conseguente deformazione dello stesso vaso se in plastica… cosa che si verifica soprattutto in alcune specie di cactus come gli ariocarpus).

Io personalmente preferisco rinvasare le piante succulenti nel periodo del riposo vegetativo, in particolare nei mesi di gennaio-febbraio… ciò per due motivi molto pratici: durante questi mesi la pianta è in riposo e quindi ne risente meno del rinvaso ed inoltre, in questo modo, posso essere libero nei mesi primaverili per altre attività (impollinazione di astrophytum, semina di cultivar ecc.)

Bisogna però fare attenzione ad alcune specie di cactus come i Melocactus che sono piante molto sensibili…

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