coltivazione, reportage

“Fotostoria”: Ferocactus wislizenii

“I Ferocactus sono un genere di piante succulente appartenenti alla famiglia delle Cactaceae (sottofamiglia Cactoideae, tribù Cacteae). La pianta si presenta di forma globosa per poi diventare cilindrica in età adulta (anche se alcune specie rimangono globose o globose-schiacciate). In habitat le piante possono misurare dai circa 30 cm. di altezza e diametro del Ferocactus viridescens, fino ad arrivare eccezionalmente ad altezze di 4 metri e 80 cm. di diametro (Ferocactus diguetii). Le spine sono forti, dure, diritte, più o meno uncinate all’apice, di colore rosso, rosso-marrone o gialle. I fiori che si formano all’apice della pianta sono di forma campanuliforme variamente colorati dal rosso al giallo, arancioni o viola. Originariamente quasi tutte le specie erano classificate nell’allora vasto genere Echinocactus poi successivamente furono distaccate da esso per alcune differenze nei fiori, nei frutti e nei semi. Il nome generico di questo genere (fondato da Britton e Rose nel loro classico lavoro “The cactaceae” pubblicato in quattro volumi tra il 1919 e il 1923) deriva dalla parola ferus-wild, fierce (feroce) e cactus, in riferimento alle spine molto dure e taglienti. I Ferocactus sono piante robuste ed amanti del sole in grado di sopportare anche parecchi mesi di siccità. In coltivazione molte specie non possono raggiungere le dimensioni dei luoghi d’origine ma con un appropriato metodo di coltura ed una adeguata esposizione, si possono ottenere piante sane, di ragguardevoli dimensioni, con spine robuste e in grado di giungere a fioritura.” [tratto da Wikipedia]

In questo articolo vi mostro uno dei miei ferocactus, identificato come ferocactus wislizenii… anche se ho qualche dubbio dato che lo acquistai nel 2006 al Bricocenter… quindi credo proprio che si tratti di un ibrido.

Purtroppo ancora non ha fiorito! 😦

Questa sottospecie è qualche volta illustrata sui libri e spesso vista in coltivazione etichettata abbastanza erroneamente col nome di Ferocactus horridus, un nome propiamente applicato ad una forma di Ferocactus peninsulae originariamente collezionata dall'altra parte del golfo di California, con spine centrali molto lunghe, fino a 12 cm. Questa sottospecie ha spine centrali marrone scuro o nere, lunghe circa dai 6 agli 8 cm e usualmente uncinate in gioventù. Sebbene ci siano anche differenze minori sembra che ci sia, come suggeriva originariamente il Dr. Ortega, solo una tassonomia complessa che rappresenta i differenti stadi di crescita della sottospecie, ovvero le spine centrali uncinate in gioventù e dritte quando è più vecchio. Lindsay riporta nella sua tesi che le spine variano con l'età della pianta: le giovani pianticelle di circa 6 cm. di diametro ne hanno una centrale, rossiccia e uncinata, con 8 spine radiali dritte, tutte sono abbastanza forti e non ci sono setole; gli esemplari invece tra i 25 e i 50 cm di altezza hanno 6 spine centrali grigie, la principale lunga 10 cm, appiattita e ricurva o uncinata all'apice e una serie di spine simili a setole attorcigliate; negli esemplari sopra i 50 cm. di altezza la spina centrale principale è dritta, non appiattita e le spine radiali sono simili a setole o qualche volta mancano. Nel 1984 Nigel Taylor elencò questa tassonomia come una varietà di Ferocactus wislizeni, ma nell'ultimo CITES Cactaceae Checklist (1999) è descritta come un'accettazione provvisoria (cioè non era accettata ne come una buona specie ne come una buona sottospecie al 100%). Anderson (2001) la elencò come una specie, aggiungendo che è strettamente collegata al Ferocactus wislizeni. John Pilbeam e Derek Bowdery (autori del libro Ferocactus del 2005), la descrivono come una sottospecie del Ferocactus wislizeni a causa della sua forte somiglianza, ma è abbastanza distinta per essere diversa dalla specie. In coltivazione questa sottospecie è una bella pianta, con un corpo largo, robusto e di un verde brillante, con spine contrastanti di colore marrone scuro o nero. E' stato descritto come prima globulare e più tardi cilindrico e qualche volta con costolature spiralizzanti, alto 2 metri, di 45 cm. di diametro, con 13 costolature, all'inizio tarchiate, più tardi più prominenti. Ci sono 8 forti spine radiali, all'inizio rossicce, più tardi bianco-grigiastre, lunghe circa 3 cm. C'è una sola spina centrale, dritta e non appiattita in maturità, in gioventù spesso curvata all'apice e qualche volta uncinata, lunga circa 3 cm; ci sono anche 8 spine più fini esterne, simili a setole, qualche volta non presenti nelle piante più vecchie. I fiori sono a forma di imbuto, larghi 7 cm, gialli, con strisce rosse centrali. I frutti sono lunghi da 4 a 6 cm, larghi da 2,5 a 3 cm, giallo-verdastri, polposi. Di questa specie è presente una varietà a spine corte conosciuta come brevispinus, cioè: Ferocactus wislizeni ssp. herrerae v. brevispinus.
Appena acquistato in un vaso 10 cm di diametro
il ferocactus wislizenii sp herrerae Ha una crescita abbastanza rapida se messo nelle giuste condizioni. Senza dubbio è la specie più robusta e in grado di adattarsi bene ai più svariati tipi di composta (anche se predilige comunque terreni piuttosto ricchi) e ad annaffiature anche più abbondanti della media riservata alle altre specie. Può fiorire già dopo 4 o 5 anni dalla semina. La pianta presenta sempre 13 costolature. Prossimamente saranno inserite nuove fotografie.
Stesso ferocactus… foto del 2013
Originario del Messico, dalle pianure dello stato di Sinaloa (un complesso di 10 Km lungo la costa di Mazatlan e Ahome, e colline rocciose e piatte non lontano dalla strada pubblica, Topolobampo, Pericos, Sianori, Empalme, Guasimas, e Hermosillo, Angostura, Guamuchil, Bacuberito, El Fuente, Los Mochis, tra Mazatlan e Los Mochis, Pericos, Altata, San Blas, Guamuchil), ovest Durango (terreni costieri e scogliere ad ovest di Sierra Madre Occidental), da Sonora (Guaymas, Obregon, El Peon, Potam, vicino Yaqui Valley, 23 Km a ovest di Alamos, 82 Km sud di Navajoa, Ciudad Obregon, Guasimas, El Peon vicino a Guasimas, nord di Vicam, Agiabampo; fino a 1400 metri di altitudine, su costiere piane e sulle colline.
Foto dall’alto del ferocactus in vaso da 20 cm di diametro

Se volete approfondire le vostre conoscenze sul genere Ferocactus, vi consiglio di guardare un sito ben fatto e completo: Ferokat – Il genere Ferocactus

 

reportage

Il genere Echinopsis

Il nome Echinopsis deriva dal greco “echinos”  che significa ‘riccio’ e “opsis” che sta per ‘aspetto’ stando a significare che la pianta è coperta di spine.

Sono piante originarie dell’America del Sud (Bolivia, Argentina, Uruguay, Paraguay).
E’ un genere di piante succulente molto diffuso fra i collezionisti e fra gli amanti delle piante grasse in quanto è di facile coltivazione, produce fiori bellissimi e di grandi dimensioni, si riproduce facilmente (non in tutte le specie) per pollone.
I fiori, di grande dimensione (arrivano a misurare anche fino a venti centimetri di diametro!) sono di colori molto vari e di bellissime sfumature. Ciò è dovuto dalla facilità con cui le specie si ibridano, ad esempio con TrichocereusPseudolobiviaLobivia.

La coltivazione è abbastanza facile:
terreno normale da cactus anche con l’aggiunta di una parte in più di torba oppure ancora meglio di letame pellettato, annaffiature regolari nella stagione vegetativa, posizione molto luminosa ed anche sole diretto anche in estate.
Per favorire la fioritura occorre staccare prima dell’inverno i polloni laterali e concimare periodicamente durante la stagione vegetativa con un concime per cactaceaead alto tenero di potassio e basso tenore di azoto per evitare che le piante si sviluppino eccessivamente e siano più facilmente attaccabili dai marciumi.
E’ inoltre consigliato rinvasare ogni anno in primavera e fare attenzione agli attacchi di cocciniglia, sia nelle parti esterne della pianta sia delle radici.
Gli Echinopsis come abbiamo detto sono facili da propagare staccando e mettendo a radicare i polloni laterali o ricorrendo alla semina, anche se molte delle piante in coltivazione sono ibridi, e pertanto non producono semi.

l'ecinopsis desidera un’esposizione molto luminosa, anche sotto i raggi del sole, ma non durante la piena estate, quando la pianta va schermata nelle ore più calde. La temperatura massima non crea problemi, la minima non deve scendere sotto gli 8 °C; ne deriva che da ottobre a marzo va ricoverato in un luogo fresco (temperatura compresa fra 10 e 15 °C) e luminoso, mentre nei restanti mesi va spostato all’aperto, a mezz’ombra. Preferisce un vaso di terracotta, di diametro pari al diametro della pianta o poco più ampio, anche in ciotola. Il rinvaso si effettua ogni 3-4 anni in marzo-aprile, con un substrato poroso e molto drenante composto da terra concimata unita a sabbia grossolana e lapillo vulcanico. Le annaffiature devono essere regolari, distanziate in modo che il terriccio sia ben asciutto, ma abbondanti durante la bella stagione; vanno sospese in inverno. Si concima una volta al mese da marzo ad agosto con un prodotto per piante grasse nell’acqua d’annaffiatura. I fiori appassiti si staccano da soli. Si riproduce per pollone dalla base del fusto o sul fusto stesso.
Echinopsis oxigona in fiore

Alcune gallerie di foto: