Come realizzare innesti su un ipocotile

Innanzitutto è bene spiegare la differenza tra ipocotile ed epicotile:
- Ipocotile: Nel seme è la prima parte del fusticino della plantula che inizia a differenziarsi tra i cotiledoni e la radichetta.
- Epicotile: Primo internodo del fusto, compreso tra i cotiledoni e la prima foglia o il primo verticillo di foglie… è la diretta continuazione dell’ipocotile.
L’innesto su ipocotile viene effettuato utilizzando giovani plantule di circa un mese e consente, in pratica, di sostituire l’intero apparato radicale di un semenzale.
Di solito come portainnesto si usano i Cereus in quanto producono un lungo ipocotile e quindi sono molto comodi per questo tipo di innesti.
Le giovani plantule, utilizzate come portainnesto, devono avere il diametro di circa 2-3 mm.
Ovviamente la scelta del momento giusto per l’innesto è di fondamentale importanza per una buona riuscita!
Se si procede in ritardo infatti, le giovani plantule iniziano ad emettere già le spine.

Effettuato l’innesto, è necessario esercitare una pressione per 24 ore (in genere si può utilizzare del nastro adesivo o un pezzo di pellicola trasparente da cucina).
A questo punto, l’innesto dev’essere spostato in una piccola serra calda o in una seminiera per un paio di giorni… avendo l’accortezza di mantenere altissima l’umidità ambientale, prossima al 100%. Per far ciò potreste racchiudere la pianta innestata all’interno di un sacchetto trasparente sigillato.
In alcune specie globose, come gli astrophytum, si può avere qualche problema con l’innesto su ipocotile in quanto la vigoria della pianta tende a soffocare il portainnesto.
In questo caso, nel giro del primo anno, la pianta va innestata di nuovo su un portainnesto più vigoroso.
Personalmente non mi sono ancora cimentato con questo tipo di innesto ma, con l’avvicinarsi della primavera, le mani iniziano a prudere… quindi sicuramente ci proverò!
Buona coltivazione e… tanti innesti! 🙂